La Contemplazione della Sindone si tiene sabato 3 aprile nel Duomo di Torino. Non è possibile partecipare di persona alla celebrazione. Per questo sono state previste le dirette televisiva e social.
Orari e lingue
La diretta televisiva della Contemplazione va in onda per l’Italia dalle 17 alle 18 su TV2000 (canale 28 del digitale terrestre). Per il resto del mondo viene rilanciata via satellite dal Centro Televisivo Vaticano, da Telepace e altre emittenti. Viene offerta la traduzione simultanea in inglese e in spagnolo.
Social
Accanto alla diretta televisiva si ripropone anche quest’anno la condivisione della preghiera del Sabato Santo sui social, a partire dalla pagine Facebook della Sindone (https://www.facebook.com/sindoneofficial). La diretta si raggiunge anche dal canale Youtube dedicato (https://www.youtube.com/c/sindoneOfficial/). La preparazione della Contemplazione è presente anche su Twitter e Instagram (@sindoneofficial).
Le dirette (condotte da don Luca Ramello, direttore della Pastorale giovanile della diocesi) sono raggiungibili, inoltre, a partire dal sito ufficiale www.sindone.org, dalla pagina Facebook della Sindone e dal canale Youtube. Molte testate giornalistiche condividono la diretta sulle loro pagine, contribuendo così a «moltiplicare» il numero degli accessi. Fra i molti ricordiamo il quotidiano Avvenire, l’agenzia Ansa, i siti di comunicazione della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana. E ancora le pagine di Comune di Torino, Regione Piemonte (Giunta e Consiglio), quelle della diocesi di Torino e del settimanale «La voce de il tempo»
Negli Stati Uniti le dirette social e tv saranno riprese dal network cattolico EWTN; altri collegamenti si preparano in Brasile, Polonia, Filippine.
La Sindone
La Sindone non viene spostata dalla teca dove è conservata abitualmente, nella cappella del transetto del Duomo. Neppure viene «sollevata» di 90 gradi come accadde nel 2013. Il Custode mons. Nosiglia si avvicinerà per qualche momento alla teca, all’inizio e alla fine della preghiera. Le immagini del Telo saranno proposte in televisione, con riprese effettuate in modo che l’esposizione alla luce non comprometta mai le condizioni di conservazione.
Testimoni
Nella diretta social (dalle 16.30) e in quella televisiva intervengono studiosi ed esperti della Sindone e persone che stanno dedicando il proprio impegno a quelle opere di solidarietà e di carità verso il prossimo cui la Sindone richiama. Si vuole così contestualizzare la Contemplazione nella realtà torinese e nel cammino della città intera.
Ecco chi interviene.
Nella diretta social: il prof. Gian Maria Zaccone, storico, direttore del Centro internazionale di studi sulla Sindone; don Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana per la Sindone; il prof. Nello Balossino, direttore del Museo della Sindone; la dott. Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino. Infine è previsto, collegamento da Taizé, l’intervento del Priore Frère Alois, che parla del «pellegrinaggio di fiducia» della comunità ecumenica.
Nella prima parte della preghiera in Duomo si è voluto associare una riflessione a ciascuno dei «segni», delle piaghe, che la Sindone ci evidenzia. Il segno della croce sulle spalle è commentato da Piera Gioda, insegnante ed educatrice, del direttivo del Cisv di Torino. Quella croce invita a riflettere sul servizio dei giovani nel tempo della pandemia. Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, parla dei segni dei chiodi ai piedi, in relazione al tema delle migrazioni; Daniela Sironi, coordinatore delle Comunità di S. Egidio di Torino, dei segni alle mani: collegate ai senza fissa dimora e alle nuove solitudini. Il prof. Bruno Barberis, studioso della Sindone, invita a riflettere sulla corona di spine, segno di «potere» rovesciato e calpestato. Ferdinando Garetto, medico di cure palliative, parte dalla ferita al costato per il suo intervento sulla malattia, la sofferenza, la pandemia. E infine mons. Giuseppe Ghiberti, biblista e presidente d’onore della Commissione per la Sindone, invita a riflettere sui segni del Volto.
La preghiera
Il libretto della preghiera «L’ora della Madre» è scaricabile dal sito www.sindone.org. Il testo è elaborato partendo da un’antica meditazione cristiana orientale, che guarda al Sabato Santo partendo dalla figura di Maria, in quel momento centrale che abbiamo contemplato tante volte: la Deposizione di Gesù dalla croce e la «Pietà». La preghiera è stata curata dall’Ufficio liturgico diocesano e viene animata dal Coro diocesano.
Al centro della preghiera, la meditazione del Custode della Sindone mons. Cesare Nosiglia. Annunciando questa Contemplazione, il 3 marzo scorso, l’arcivescovo aveva sottolineato il senso della preghiera comune di fronte ai «mali» che colpiscono tutti – la pandemia ma anche l’assenza di lavoro e di prospettiva di vita.
A proclamare le letture nella liturgia di fronte alla Sindone ci sono i giovani, protagonisti di questa tappa del cammino verso Taizé: ma anche un rappresentante dei lavoratori della ex Embraco, a rappresentare quel mondo del lavoro che, da tempo, affronta sofferenze, disagi e preoccupazioni e che vede messa a rischio, col lavoro, la propria dignità e la possibilità di sostenere le proprie famiglie.
I giovani
Questo momento di contemplazione è stato preparato in vista dell’Incontro europeo dei giovani di Taizé che avrebbe dovuto svolgersi a Torino nei giorno dopo Natale 2020, e che si spera di poter celebrare per il Capodanno 2021. La preparazione a quell’Incontro è continuata in questi mesi in tutta la diocesi, creando un clima di attesa, di fraternità, di conoscenza reciproca tra i giovani d’Europa anche a distanza. Alcuni dei ragazzi e ragazze sono presenti in Duomo, proprio per segnalare la continuità di questa Contemplazione con il cammino avviato. Viene esposta anche la Croce dei giovani, che accompagna i grandi incontri di spiritualità (Palme, Giornate mondiali e diocesane).
Persone in Duomo
La presenza in Cattedrale è limitata a poche decine di persone: insieme con i giovani del Cammino mons. Nosiglia ha voluto invitare i vertici delle istituzioni e delle assemblee elettive: essi rappresentano infatti quel «popolo» che non può essere presente a causa della pandemia ma che si vuole coinvolgere in un discorso comune di speranza e di solidarietà.