Maurizio Baradello, una vita donata

È morto improvvisamente a 56 anni il 9 maggio scorso, dopo un intervento chirurgico riuscito, Maurizio Baradello. Ingegnere, dirigente della Città di Torino, parlamentare da due anni, Maurizio è stato anche il direttore generale del Comitato organizzatore delle ostensioni della Sindone nel 2010 e nel 2015. Cooperatore salesiano, Maurizio si era impegnato nelle ostensioni fin dal 1978, quando era ancora allievo del liceo Rosmini. Aveva poi contribuito a organizzare le visite di papa Giovanni Paolo II a Torino nel 1988 (per il centenario della morte di don Bosco) e nel 1998, quando venne a visitare la Sindone durante l’ostensione per il centenario della prima fotografia di Secondo Pia. Quando lavorava per Alenia la sua competenza era stata preziosa per contribuire a realizzare la teca di conservazione che attualmente custodisce il Telo. Nel 1990 organizzò anche il trasporto della salma di Pier Giorgio Frassati dal cimitero di Pollone al Duomo di Torino, nell’ambito della beatificazione; collaborò anche all’organizzazione della Settimana Sociale del 2013.
Maurizio aveva saputo coinvolgere nell’organizzazione delle ostensioni un gruppo di persone appassionate e competenti, provenienti dal mondo salesiano e da altre associazioni e movimenti cattolici, risultando un supporto prezioso per la Commissione diocesana e i collaboratori diretti del Custode.
Il «segno» della Sindone è presente anche nelle altre esperienze professionali e politiche di Maurizio: come dirigente della Cooperazione internazionale della Città di Torino ha avviato e animato per anni i contatti con la Terra Santa, coinvolgendo uomini e donne di buona volontà, israeliani come palestinesi, in vari progetti di cooperazione allo sviluppo. Ha incrementato negli anni i contatti con le organizzazioni cristiane che operano in Terra Santa, a cominciare dalla Custodia. In precedenza, insieme con la moglie Silvia, si era dedicato a vari servizi nell’ambito della comunità salesiana torinese e piemontese.
Qui di seguito pubblichiamo il messaggio che il Custode della Sindone, l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, ha inviato alla famiglia, e che è stato letto ai funerali di Maurizio.
Il messaggio dell’Arcivescovo
Cara Silvia, cari Federica, Paolo, Fabio. Mi rivolgo a voi, alla mamma Sandra, al fratello Pierluigi tramite il vostro parroco don Daniele, mentre siete riuniti per la celebrazione del funerale di Maurizio.
Non posso essere fisicamente accanto a voi in questo momento ma voglio che sentiate la vicinanza mia e della Chiesa torinese. Di fronte al mistero della morte siamo obbligati, tutti, a considerare le realtà davvero importanti della vita; della vita nostra come di quella che è stata la vita di chi non c’è più. E ci si ritrova qui in chiesa, nella vostra parrocchia, prima di tutto perché crediamo, sulla parola e l’esperienza di Gesù Cristo, che la vita non finisce, non è finita; e che la speranza di una gioia più piena e perfetta ci accompagna ogni giorno.
Maurizio ha imparato, nella sua famiglia d’origine, a scuola, nel rapporto con Silvia e poi nei luoghi del lavoro e del servizio, a essere uomo, marito, padre; e a spendersi per un mondo più giusto e solidale. Ma io credo che oggi ciò che di essenziale rimane nel nostro ricordo è l’amore che egli ha saputo dedicare alla Chiesa e alla sua famiglia: perché la Chiesa e la famiglia sono le realtà vive in cui si cresce, ci si educa, si impara quell’arte difficile che è il perdono. L’amore che Maurizio, come ciascuno di noi, ha speso e ha donato è ciò che ci rimane, e che ci conforta nel ricordo. Se il chicco di grano non muore – dice il Signore – rimane solo, se muore porta molto frutto. Quel molto frutto di cui ci parla Gesù ci conferma che la morte di Maurizio non resterà improduttiva ma, unita a quella di Cristo diventa sacrificio d’amore, fonte di forza e di salvezza per tutti noi.
Il nostro Maurizio ha svolto, per la Chiesa e per quella di Torino in particolare, un servizio qualificato e prezioso. Le ostensioni della Sindone, in cui si coinvolse fin da ragazzo, sono – per chi lavora a organizzarle e celebrarle – una grande scuola di conoscenza del mondo. E quel Volto ci conquista, per sempre. Quel Volto ha guidato Maurizio lungo gli anni. Quel Volto noi lo contempliamo nella confusione e nelle lacrime: ma sappiamo che ci attende con Maurizio; e che è sempre con noi.
Maria Santissima, che ha sperimentato il dolore e la perdita del suo Figlio sotto la croce accolga con tenerezza di madre il nostro fratello Maurizio e lo conduca al suo Figlio Gesù e dia alla sua sposa, ai suoi figli e a tutti noi la consolazione della fede e della speranza certa che un giorno ci ritroveremo insieme in quel regno di luce infinta dove non c’è sofferenza, pianto e lutto ma solo gioia e pace per sempre con il Signore.
Mi unisco alla vostra preghiera e benedico tutti di cuore.
+ Cesare vescovo

Chambéry e Torino, da 60 anni gemelle le città della Sindone

1957 – 2017: data 60 anni il gemellaggio tra Torino e Chambéry, le due città dei Savoia e del Santo Sudario, le cui comuni radici s’inquadrano oggi in un unico destino europeo. La volontà di unione è avvertita oggi come e più di 60 anni fa, quando il gemellaggio  fu ufficializzato. Le celebrazioni si sono tenute a Chambéry da martedì 2 a domenica 14 maggio.  Il prof. Gian Maria Zaccone, storico e direttore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, ha tenuto l’11 maggio una conferenza sulla storia, la pietà e la devozione per la Sindone tra Chambéry e Torino.
«Nel segno della Sindone si fanno ancor più forti i legami tra Chambéry e Torino – ha osservato il prof. Zaccone – Un legame che non si è allentato neppure quando il Telo è stato trasferito dalla capitale savoiarda a quella del Piemonte. Perché al di là della sua presenza fisica il Lenzuolo è rimasto nella memoria collettiva, nutrito dalla pietà e dalla devozione degli abitanti della Savoia. E anche oggi, lungo le strade, che a partire dal XV secolo sono state segnate dal passaggio del Sudario il cammino dei pellegrini e le loro fede ci viene testimoniata da antiche immagini e tradizioni».
Davanti ad un pubblico attento che ha affollato la Cattedrale di Chambéry, Zaccone ha ribadito l’importanza dello studio della storia della Sindone, badando però a non cadere nell’inganno di volerla finalizzare alla verifica della cosiddetta «autenticità della Sindone», ma come supporto fondamentale per comprendere il ruolo che questo segno straordinario ha rivestito nella più grande storia della Chiesa e di conseguenza della cultura non solo occidentale. Su questa linea particolare interesse ha suscitato nei partecipanti l’illustrazione dell’influenza che la Sindone ha avuto nella pietà e devozione delle genti di Savoia, attraverso la presentazione di eventi storici, pubblicazioni e contributi iconografici ancora esistenti.
Ringraziamo la Municipalità di Chambéry, presente alla conferenza, che ha voluto con grande sensibilità inserire questo appuntamento nel calendario delle celebrazioni a Chambéry, la Diocesi di Chambery, alla quale il Centro Internazionale di Sindonologia è legato da consolidati rapporti e infine la Società Dante Alighieri, che ha contribuito, nel suo ruolo di ambasciatore della cultura italiana nel mondo, in maniera determinate alla riuscita della serata.