Un anno per preparare l’accoglienza

Tra un anno esatto la nostra Chiesa e il territorio della nostra diocesi saranno protagonisti di un grande avvenimento di accoglienza e di amicizia. Arriveranno tra noi i giovani della comunità ecumenica di Taizé, per celebrare con noi il loro incontro annuale, il «Pellegrinaggio di fiducia sulla terra».
La comunità di Taizé è un’esperienza unica e nuovissima nella Chiesa. Un protestante svizzero, Roger Schutz, nel 1940 iniziò la comunità in un piccolo villaggio tra le colline della Borgogna. Era il primo esperimento di vita monastica nelle Chiese evangeliche, dopo oltre 400 anni dalla Riforma. Frère Roger volle creare una comunità ecumenica, che riunisse nel rispetto, nella preghiera, nella fraternità, credenti di tutte le confessioni cristiane. Oggi Taizé è una realtà globale, costruita su una preziosa rete di piccole comunità e di giovani in tutto il mondo. L’appuntamento di Capodanno è il grande momento in cui frati e giovani si ritrovano insieme, a pregare e a conoscere la fraternità delle città che li accolgono.
Per noi di Torino questa è un’occasione grande. Anche i nostri giovani stanno «girando il mondo», partecipando alle Giornate Mondiali della Gioventù da Panama a Rio a Colonia. Ma è la prima volta in cui siamo chiamati ad incontrare i giovani qui a casa nostra. È la prima volta che ci tocca dimostrare, a noi stessi e a chi viene, quanto vale davvero la nostra capacità di accogliere e di fare amicizia. L’esperienza della Venerazione della Sindone nell’agosto 2018, quando vennero a Torino giovani da tutto il Piemonte e alcuni dal resto d’Italia per poi recarsi a Roma ad incontrare il Papa, ci ha insegnato fra le altre cose che riunirci a pregare, a contemplare, a imparare insieme è qualcosa di assolutamente necessario per la nostra crescita. È quello che i nostri giovani torinesi si aspettano. A loro abbiamo chiesto che cosa significa per loro partecipare all’incontro di Taizé. Ci hanno detto: per essere sempre in cammino… per pregare col canto e il silenzio; per incontrare nuovi volti e nuovi amici per sperimentare la gioia dell’ospitalità; per conoscere e scoprire altre culture; per approfondire e condividere la fede; per rafforzare la solidarietà fra i popoli.
Ora abbiamo questa grande occasione, voluta dal Custode della Sindone, l’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, di poter «condividere» la contemplazione della Sindone con amici di tutta Europa – e anche del resto del mondo. La contemplazione della Sindone nei giorni dell’incontro di Taizé è – come ha ricordato il Custode – una proposta della Chiesa di Torino, che si affianca alle altre opportunità che la Chiesa stessa e la città offriranno.
Parliamo, per questi giorni di visita straordinaria, di «contemplazione», e non di «venerazione», per almeno due motivi: la contemplazione del mistero nella preghiera è, fin dall’inizio, una delle forze che caratterizzano la spiritualità di Taizé. La seconda ragione è che questi momenti offerti vogliono rispettare tutte le sensibilità dei credenti, anche appartenenti a quelle confessioni cristiane che hanno maturato un’esperienza diversa nel rapporto con le immagini.
Questo è il vero programma dell’incontro di Capodanno 2020. Intorno ad esso l’Ufficio Diocesano di Pastorale giovanile, insieme con la Commissione Diocesana per la Sindone, sta costruendo il progetto di lavoro, che è – come ogni volta che ci si prepara a lavorare con la Sindone – una organizzazione complessa. Contemporaneamente, in sinergia con la Comunità di Taizé e il gruppo di «Torino incontra Taizé», sono già state avviate le operazioni in vista dell’accoglienza: l’ospitalità dei giovani nelle famiglie e nelle comunità, i luoghi di preghiera e di incontro, le proposte culturali e artistiche, i trasporti, la logistica e la comunicazione.
Occorre inoltre provvedere alle condizioni di sicurezza, un tema di primaria importanza. Su tutti questi argomenti stiamo già lavorando con la Città di Torino, che ringraziamo fin d’ora per la collaborazione convinta e attenta, e con tutte le istituzioni coinvolte.
Possa essere questo «pellegrinaggio di fiducia» una benedizione per la vita dei giovani che parteciperanno, per la nostra Arcidiocesi di Torino e per tutte le confessioni cristiane del nostro territorio. Questo evento di grazia possa aprire nuove vie di evangelizzazione e di solidarietà.
Don Luca Ramello
(Pastorale giovanile Torino)

Dicembre 2020: i giovani di Taizé alla scoperta della Sindone

Mons. Nosiglia ha partecipato all’incontro europeo dei giovani di Taizé che si è tenuto, dal 28 dicembre 2019, a Wroclaw (Polonia). Da lì ha annunciato, con un videomessaggio, la contemplazione straordinaria della Sindone per il dicembre 2020.

I testi sono riportati qui sotto e si trovano anche al seguente link:
https://www.diocesi.torino.it/wp-content/uploads/2019/12/Testi-videomessaggio-Nosiglia-e-Ramello_31-12-19.pdf

 Nella cartella stampa:

l’annuncio di Mons. Nosiglia
l’intervento di don Luca Ramello (Pastorale giovanile Torino)
conferenza di presentazione – 3 gennaio 2020

L’arcivescovo: uno scambio di doni con i giovani d’Europa

Il dono più prezioso che, come Chiesa di Torino, abbiamo da offrire all’incontro europeo dei giovani di Taizé è la nostra amicizia, l’accoglienza che abbiamo già cominciato a preparare. Per noi quelli del dicembre 2020 saranno giorni di grande gioia: per i nostri giovani, per le comunità parrocchiali e le famiglie che offriranno l’ospitalità. Gioia, e anche curiosità. Oggi crediamo di sapere tutto del mondo, perché basta digitare qualche parola sullo schermo del nostro telefonino. Ma in realtà non è così: non c’è nulla che possa sostituire il fascino, il mistero, la felicità di un incontro tra persone vere. Ecco allora: avere con noi giovani di tutta Europa, parlare, pregare insieme, accompagnarli nella nostra città è un dono che ci prepariamo fin da ora a gustare.
Insieme con l’accoglienza cordiale la Chiesa di Torino intende offrire un altro dono: la contemplazione della Sindone, dedicata ai partecipanti dell’incontro di Taizé. Questa immagine affascinante e misteriosa che richiama e conserva nella nostra memoria i tratti del volto e del corpo del Signore risorto è un patrimonio della intera Chiesa che noi di Torino abbiamo l’onore di conservare e custodire.
Anche l’immagine della Sindone si trova dappertutto, in rete e nelle fotografie. Ma poter contemplare il Telo così com’è, nella nostra cattedrale dove è custodito, è un’esperienza molto più ricca. Perché quei momenti di contemplazione si vivono insieme, perché fanno parte del pellegrinaggio comune dei giovani come dell’umanità intera. Perché, ancora, quell’immagine ci interroga direttamente, sul senso della nostra vita e su che cosa stiamo facendo di essa. Papa Francesco, nel messaggio per l’ostensione straordinaria del 2013, ci aveva invitato non solo a guardare la Sindone, ma a «lasciarci guardare» da essa.
Frère Roger, il fondatore della Comunità di Taizé, parla della contemplazione come del momento «in cui l’essere è totalmente impregnato della realtà dell’amore di Dio (…) Si può dire che qui l’amore è la pietra di paragone: in relazione intima con l’amore di Dio, la contemplazione ci restituisce all’amore del prossimo (…) L’amore che noi portiamo agli altri continua ad essere il criterio dell’autenticità della nostra contemplazione» (L’oggi di Dio, pag. 47).
La contemplazione della Sindone, nei giorni dell’incontro di Taizé, sarà una delle proposte che la Chiesa offre ai giovani, insieme agli altri percorsi di conoscenza della spiritualità e della santità sociale torinese. E queste proposte andranno ad unirsi alle altre occasioni che la città intera offrirà al pellegrinaggio.
Sappiamo che la questione delle immagini è una «ferita» aperta in vari modi nella Chiesa di Cristo da almeno 13 secoli. Per noi qui non si tratta di riaprire questa ferita, ma di accogliere fraternamente quanti vorranno condividere la preghiera, in un clima di pieno rispetto reciproco e di fraternità che anima e caratterizza l’esperienza di Taizé fin dal suo inizio.
Nella Sindone la Chiesa cattolica non venera un oggetto. Si sente, invece, chiamata, provocata a meditare sulla passione e morte del Signore; e dunque su quelle esperienze di dolore che tutti attraversiamo.
Perché anche nella morte siamo fratelli!
A volte è difficile parlarne, nel nostro mondo che si vuole progredito, tecnologico, autosufficiente. Ma la contemplazione della Sindone non ci spinge non verso la morte, bensì all’amore, al servizio degli altri. In occasione delle ostensioni recenti ho voluto scegliere come motto «L’Amore più grande» (Gv 15, 13): nessuno, dice il Signore, ha un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici. In quelle parole di Gesù si condensa il senso e l’insegnamento del nostro pellegrinaggio sulla Terra.
Mi auguro e auspico che molti giovani partecipino a questo incontro, e abbiano così la possibilità di fare una forte esperienza spirituale, ricca di fede e di amicizia. Anche la presenza di questi giovani nelle famiglie che li ospiteranno sarà un dono grande per tutta la città di Torino che potrà così mostrare ancora una volta al mondo la sua natura e caratteristica più apprezzata: quella dell’accoglienza e della fraternità condivisa verso tutti.

+ Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo metropolita di Torino
Custode Pontificio della Sindone

Contemplazione straordinaria della Sindone. Conferenza di presentazione

Pubblichiamo di seguito gli interventi della conferenza stampa tenutasi in data 3 gennaio 2020 a presentazione della contemplazione straordinaria della Sindone, prevista per il mese di dicembre dello stesso anno.
In occasione dell’incontro di Capodanno della comunità ecumenica che si terrà a Torino, dal 28 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021 il Custode pontificio mons. Nosiglia ha deciso di offrire ai giovani di tutta Europa che partecipano al «Pellegrinaggio di fiducia sulla terra» un tempo di contemplazione della Sindone a loro riservato.

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