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Incontro ai giovani

La Sindone è tornata nel suo silenzio, da dove continua a «parlare» con il suo mistero di morte e di speranza. La grande preghiera del Sabato Santo, l’11 aprile scorso, ha convocato milioni di persone da tutto il mondo, che hanno seguito la liturgia attraverso le dirette televisive e, per la prima volta, tramite la diretta social animata dalla Pastorale giovanile della diocesi di Torino. La paura del virus è ancora tra noi e lascerà segni che non si potranno facilmente cancellare. Ma l’immagine sindonica, che ai credenti richiama senza equivoci la Pasqua della risurrezione di Cristo, è per tutti segno di speranza e richiamo alla carità, come ha sottolineato nelle sue riflessioni il Custode mons. Nosiglia.

Ora, nel silenzio, il cammino riprende. Commissione diocesana e Pastorale giovanile di Torino tornano al lavoro per preparare il prossimo appuntamento: quello con i giovani di tutta Europa chiamati a Torino per l’incontro di Capodanno della comunità ecumenica di Taizé. L’incontro dovrebbe tenersi dal 28 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021. Dovrebbe perché sarà necessario compiere tutte le verifiche sanitarie e di sicurezza in modo da garantire una partecipazione serena a tutti quelli che vorranno venire alla Sindone. Si tratta, infatti, di una ostensione riservata ai pellegrini di Taizé. Non ci sono, per ora in programma, altre ostensioni pubbliche del Telo.

Un anno per preparare l’accoglienza

Tra un anno esatto la nostra Chiesa e il territorio della nostra diocesi saranno protagonisti di un grande avvenimento di accoglienza e di amicizia. Arriveranno tra noi i giovani della comunità ecumenica di Taizé, per celebrare con noi il loro incontro annuale, il «Pellegrinaggio di fiducia sulla terra».
La comunità di Taizé è un’esperienza unica e nuovissima nella Chiesa. Un protestante svizzero, Roger Schutz, nel 1940 iniziò la comunità in un piccolo villaggio tra le colline della Borgogna. Era il primo esperimento di vita monastica nelle Chiese evangeliche, dopo oltre 400 anni dalla Riforma. Frère Roger volle creare una comunità ecumenica, che riunisse nel rispetto, nella preghiera, nella fraternità, credenti di tutte le confessioni cristiane. Oggi Taizé è una realtà globale, costruita su una preziosa rete di piccole comunità e di giovani in tutto il mondo. L’appuntamento di Capodanno è il grande momento in cui frati e giovani si ritrovano insieme, a pregare e a conoscere la fraternità delle città che li accolgono.
Per noi di Torino questa è un’occasione grande. Anche i nostri giovani stanno «girando il mondo», partecipando alle Giornate Mondiali della Gioventù da Panama a Rio a Colonia. Ma è la prima volta in cui siamo chiamati ad incontrare i giovani qui a casa nostra. È la prima volta che ci tocca dimostrare, a noi stessi e a chi viene, quanto vale davvero la nostra capacità di accogliere e di fare amicizia. L’esperienza della Venerazione della Sindone nell’agosto 2018, quando vennero a Torino giovani da tutto il Piemonte e alcuni dal resto d’Italia per poi recarsi a Roma ad incontrare il Papa, ci ha insegnato fra le altre cose che riunirci a pregare, a contemplare, a imparare insieme è qualcosa di assolutamente necessario per la nostra crescita. È quello che i nostri giovani torinesi si aspettano. A loro abbiamo chiesto che cosa significa per loro partecipare all’incontro di Taizé. Ci hanno detto: per essere sempre in cammino… per pregare col canto e il silenzio; per incontrare nuovi volti e nuovi amici per sperimentare la gioia dell’ospitalità; per conoscere e scoprire altre culture; per approfondire e condividere la fede; per rafforzare la solidarietà fra i popoli.
Ora abbiamo questa grande occasione, voluta dal Custode della Sindone, l’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, di poter «condividere» la contemplazione della Sindone con amici di tutta Europa – e anche del resto del mondo. La contemplazione della Sindone nei giorni dell’incontro di Taizé è – come ha ricordato il Custode – una proposta della Chiesa di Torino, che si affianca alle altre opportunità che la Chiesa stessa e la città offriranno.
Parliamo, per questi giorni di visita straordinaria, di «contemplazione», e non di «venerazione», per almeno due motivi: la contemplazione del mistero nella preghiera è, fin dall’inizio, una delle forze che caratterizzano la spiritualità di Taizé. La seconda ragione è che questi momenti offerti vogliono rispettare tutte le sensibilità dei credenti, anche appartenenti a quelle confessioni cristiane che hanno maturato un’esperienza diversa nel rapporto con le immagini.
Questo è il vero programma dell’incontro di Capodanno 2020. Intorno ad esso l’Ufficio Diocesano di Pastorale giovanile, insieme con la Commissione Diocesana per la Sindone, sta costruendo il progetto di lavoro, che è – come ogni volta che ci si prepara a lavorare con la Sindone – una organizzazione complessa. Contemporaneamente, in sinergia con la Comunità di Taizé e il gruppo di «Torino incontra Taizé», sono già state avviate le operazioni in vista dell’accoglienza: l’ospitalità dei giovani nelle famiglie e nelle comunità, i luoghi di preghiera e di incontro, le proposte culturali e artistiche, i trasporti, la logistica e la comunicazione.
Occorre inoltre provvedere alle condizioni di sicurezza, un tema di primaria importanza. Su tutti questi argomenti stiamo già lavorando con la Città di Torino, che ringraziamo fin d’ora per la collaborazione convinta e attenta, e con tutte le istituzioni coinvolte.
Possa essere questo «pellegrinaggio di fiducia» una benedizione per la vita dei giovani che parteciperanno, per la nostra Arcidiocesi di Torino e per tutte le confessioni cristiane del nostro territorio. Questo evento di grazia possa aprire nuove vie di evangelizzazione e di solidarietà.
Don Luca Ramello
(Pastorale giovanile Torino)

Dicembre 2020: i giovani di Taizé alla scoperta della Sindone

Mons. Nosiglia ha partecipato all’incontro europeo dei giovani di Taizé che si è tenuto, dal 28 dicembre 2019, a Wroclaw (Polonia). Da lì ha annunciato, con un videomessaggio, la contemplazione straordinaria della Sindone per il dicembre 2020.

I testi sono riportati qui sotto e si trovano anche al seguente link:
https://www.diocesi.torino.it/wp-content/uploads/2019/12/Testi-videomessaggio-Nosiglia-e-Ramello_31-12-19.pdf

 Nella cartella stampa:

l’annuncio di Mons. Nosiglia
l’intervento di don Luca Ramello (Pastorale giovanile Torino)
conferenza di presentazione – 3 gennaio 2020

L’arcivescovo: uno scambio di doni con i giovani d’Europa

Il dono più prezioso che, come Chiesa di Torino, abbiamo da offrire all’incontro europeo dei giovani di Taizé è la nostra amicizia, l’accoglienza che abbiamo già cominciato a preparare. Per noi quelli del dicembre 2020 saranno giorni di grande gioia: per i nostri giovani, per le comunità parrocchiali e le famiglie che offriranno l’ospitalità. Gioia, e anche curiosità. Oggi crediamo di sapere tutto del mondo, perché basta digitare qualche parola sullo schermo del nostro telefonino. Ma in realtà non è così: non c’è nulla che possa sostituire il fascino, il mistero, la felicità di un incontro tra persone vere. Ecco allora: avere con noi giovani di tutta Europa, parlare, pregare insieme, accompagnarli nella nostra città è un dono che ci prepariamo fin da ora a gustare.
Insieme con l’accoglienza cordiale la Chiesa di Torino intende offrire un altro dono: la contemplazione della Sindone, dedicata ai partecipanti dell’incontro di Taizé. Questa immagine affascinante e misteriosa che richiama e conserva nella nostra memoria i tratti del volto e del corpo del Signore risorto è un patrimonio della intera Chiesa che noi di Torino abbiamo l’onore di conservare e custodire.
Anche l’immagine della Sindone si trova dappertutto, in rete e nelle fotografie. Ma poter contemplare il Telo così com’è, nella nostra cattedrale dove è custodito, è un’esperienza molto più ricca. Perché quei momenti di contemplazione si vivono insieme, perché fanno parte del pellegrinaggio comune dei giovani come dell’umanità intera. Perché, ancora, quell’immagine ci interroga direttamente, sul senso della nostra vita e su che cosa stiamo facendo di essa. Papa Francesco, nel messaggio per l’ostensione straordinaria del 2013, ci aveva invitato non solo a guardare la Sindone, ma a «lasciarci guardare» da essa.
Frère Roger, il fondatore della Comunità di Taizé, parla della contemplazione come del momento «in cui l’essere è totalmente impregnato della realtà dell’amore di Dio (…) Si può dire che qui l’amore è la pietra di paragone: in relazione intima con l’amore di Dio, la contemplazione ci restituisce all’amore del prossimo (…) L’amore che noi portiamo agli altri continua ad essere il criterio dell’autenticità della nostra contemplazione» (L’oggi di Dio, pag. 47).
La contemplazione della Sindone, nei giorni dell’incontro di Taizé, sarà una delle proposte che la Chiesa offre ai giovani, insieme agli altri percorsi di conoscenza della spiritualità e della santità sociale torinese. E queste proposte andranno ad unirsi alle altre occasioni che la città intera offrirà al pellegrinaggio.
Sappiamo che la questione delle immagini è una «ferita» aperta in vari modi nella Chiesa di Cristo da almeno 13 secoli. Per noi qui non si tratta di riaprire questa ferita, ma di accogliere fraternamente quanti vorranno condividere la preghiera, in un clima di pieno rispetto reciproco e di fraternità che anima e caratterizza l’esperienza di Taizé fin dal suo inizio.
Nella Sindone la Chiesa cattolica non venera un oggetto. Si sente, invece, chiamata, provocata a meditare sulla passione e morte del Signore; e dunque su quelle esperienze di dolore che tutti attraversiamo.
Perché anche nella morte siamo fratelli!
A volte è difficile parlarne, nel nostro mondo che si vuole progredito, tecnologico, autosufficiente. Ma la contemplazione della Sindone non ci spinge non verso la morte, bensì all’amore, al servizio degli altri. In occasione delle ostensioni recenti ho voluto scegliere come motto «L’Amore più grande» (Gv 15, 13): nessuno, dice il Signore, ha un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici. In quelle parole di Gesù si condensa il senso e l’insegnamento del nostro pellegrinaggio sulla Terra.
Mi auguro e auspico che molti giovani partecipino a questo incontro, e abbiano così la possibilità di fare una forte esperienza spirituale, ricca di fede e di amicizia. Anche la presenza di questi giovani nelle famiglie che li ospiteranno sarà un dono grande per tutta la città di Torino che potrà così mostrare ancora una volta al mondo la sua natura e caratteristica più apprezzata: quella dell’accoglienza e della fraternità condivisa verso tutti.

+ Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo metropolita di Torino
Custode Pontificio della Sindone

Contemplazione straordinaria della Sindone. Conferenza di presentazione

Pubblichiamo di seguito gli interventi della conferenza stampa tenutasi in data 3 gennaio 2020 a presentazione della contemplazione straordinaria della Sindone, prevista per il mese di dicembre dello stesso anno.
In occasione dell’incontro di Capodanno della comunità ecumenica che si terrà a Torino, dal 28 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021 il Custode pontificio mons. Nosiglia ha deciso di offrire ai giovani di tutta Europa che partecipano al «Pellegrinaggio di fiducia sulla terra» un tempo di contemplazione della Sindone a loro riservato.

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UNA RIFLESSIONE DEL CUSTODE PONTIFICIO, L’ARCIVESCOVO MONS. CESARE NOSIGLIA

Scientificità, neutralità
Nel corso dei secoli, e con maggiore frequenza negli ultimi anni, ci sono stati molti tentativi di affrontare l’autenticità della Sindone. Hanno avuto il loro momento di pubblicità con titoli e articoli di giornali che davano per valida la loro ricerca e le loro conclusioni ma in molti casi si sono dimostrati scientificamente inattendibili. Gli studi e le ricerche – se condotte con criteri di scientificità e senza ipotesi pregiudiziali – stimolano a un confronto sereno e costruttivo, a conferma di quanto affermava San Giovanni Paolo II: «La Sindone è una costante provocazione per la scienza e l’intelligenza».
È toccato e toccherà anche questa volta ad altri scienziati e studiosi promuovere un dibattito ed eventualmente contestare sul piano scientifico o sperimentale la validità e solidità della ricerca compiuta. È comunque un dibattito che riguarda gli studiosi e scienziati che vogliono cimentarsi in questa impresa.
Credo tuttavia che vada ribadito un principio fondamentale che deve guidare chi desidera affrontare con metodo rigorosamente scientifico questioni complesse come questa: è il principio della neutralità, perché se si parte da un preconcetto e si orienta la ricerca per dimostrarlo facilmente si giungerà a confermarlo… In questo caso non sono più i fatti che contano, ma le idee precostituite vanificando così quella neutralità propria della scienza rispetto alle convinzioni personali.
Tutto ciò però non inficia minimamente il significato spirituale e religioso della Sindone quale icona della passione e morte del Signore come l’ha definita l’insegnamento dei pontefici. Nessuno può negare l’evidenza del fatto che contemplare la Sindone è come leggere le pagine di Vangelo che ci raccontano la passione e morte in croce del Figlio di Dio. Quindi la Sindone che pure non è oggetto di fede, aiuta però la fede stessa perché apre il cuore di chi l’avvicina e la contempla a rendersi consapevole di ciò che è stata la passione di Gesù in croce e quindi di quell’amore più grande che lui ci ha dimostrato subendo terribili violenze fisiche e morali per la salvezza del mondo intero. Questo è sempre stata ed è tutt’oggi la ragione per cui milioni e milioni di fedeli in tutto il mondo venerano, pregano e contemplano la Sindone e ne traggono speranza per la loro vita di ogni giorno.
 
Dichiarazione del prof. Paolo Di Lazzaro
In merito alle informazioni diffuse ieri da quotidiani e televisioni il prof. Paolo Di Lazzaro, direttore di ricerca dell’Enea e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, ha rilasciato questa dichiarazione.
L’articolo pubblicato sul Journal of forensic sciences fa riferimento agli esperimenti condotti dai proff. Borini e Garlaschelli nel 2014, di cui si era già discusso a suo tempo, con l’integrazione di nuovi tentativi sperimentali. Pur contenendo vari elementi di interesse, credo le modalità con cui tali sperimentazioni sono state condotte avrebbero bisogno di integrazioni e specifiche attenzioni, per essere considerate scientificamente valide e autorevoli.
Le misure delle colature di sangue in laboratorio sono effettuate usando un volontario in buone condizioni di salute sulla cui pelle pulita si è versato sangue fluido contenente un anticoagulante. Queste condizioni a contorno sono molto diverse da quelle presenti sulla Sindone: non tengono infatti conto della presenza sulla pelle dell’uomo della Sindone di terriccio, sporcizia, sudore, ematomi da flagellazione e nemmeno della accentuata viscosità del sangue dovuta alla forte disidratazione. Non è possibile pensare di riprodurre condizioni realistiche delle colature di sangue sul corpo di un crocifisso senza considerare tutti questi fattori che vanno a influenzare in modo importante il percorso delle colature di sangue.
 

Cappella: al via I lavori per la venerazione straordinaria

Sono iniziati questa mattina nel Duomo di Torino i lavori per l’allestimento della cappella della Sindone in vista della venerazione straordinaria dei giovani che si terrà nella notte del prossimo 10 agosto. All’inizio dei lavori era presente il Custode pontificio mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino.
Le opere previste riguardano l’illuminazione e il percorso di avvicinamento alla cappella.
Il pellegrinaggio dei giovani delle diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta è stato progettato in preparazione dell’incontro che tutti i giovani d’Italia avranno con Papa Francesco a Roma nei giorni di Ferragosto e che sarà un momento di preghiera e di confronto per il Sinodo mondiale sui giovani che si terrà a Roma in ottobre. I ragazzi, provenienti da giorni di cammino a piedi nel nostro territorio regionale, confluiranno alla Reggia di Venaria Reale il 9 agosto, per convergere poi sulla Cattedrale nella sera del 10. La visita alla Sindone, riservata ai pellegrini, è il momento finale di questo “cammino” prima della partenza per Roma. Sono state aperte le iscrizioni e già stanno arrivando richieste anche da diocesi fuori regione e dall’estero. Anche la venerazione dei giovani della Sindone del prossimo agosto si preannuncia perciò “internazionale”.
Questo momento di visita non è un’ostensione, ma una modalità nuova e diversa di avvicinarsi alla Sindone, icona della morte del Signore Gesù Cristo ma anche segno straordinario di speranza e di vita nuova.
Sul sito www.sinodo2018.it si trovano tutti i dettagli del cammino di preparazione alla venerazione straordinaria di agosto, insieme con le informazioni per l’iscrizione al pellegrinaggio.

Giovani davanti alla Sindone a pregare per il Sinodo

’arcivescovo di Torino e Custode pontificio della Sindone mons. Cesare Nosiglia ha presentato oggi l’iniziativa in preparazione al Sinodo mondiale dei giovani del prossimo ottobre. Insieme con lui il responsabile regionale della pastorale giovanile don Luca Ramello e il presidente della Commissione diocesana per la Sindone don Roberto Gottardo. 
Nell’ottobre 2018 si terrà a Roma il Sinodo dei vescovi sui giovani. In tutto il mondo l’assemblea dei vescovi si sta preparando con iniziative di preghiera e di partecipazione. Le diocesi Piemonte e Valle d’Aosta lanciano il pellegrinaggio che porterà i nostri giovani a Roma partendo dai territori piemontesi.
Il programma si sta definendo fin da ora, ma alcuni punti sono già acquisiti:

il 9 e 10 agosto i giovani, provenienti dalle 17 diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta, si incontreranno alla Reggia di Venaria e raggiungeranno Torino;
nel pomeriggio e nella sera del 10 i giovani verranno accolti nella Cattedrale di Torino, dove avranno l’opportunità di fermarsi in preghiera di fronte alla Sindone;
nella notte del 10 (la notte di San Lorenzo…) il pellegrinaggio proseguirà verso Roma, dove incontreranno il papa nella veglia di sabato 11 e nella Messa di domenica 12 agosto, insieme con i giovani di tutte le regioni d’Italia.

La preghiera dei giovani davanti alla Sindone non è un’ostensione
Si tratta invece di un’occasione straordinaria di contemplazione e riflessione, un «segno» che si vuole imprimere nella partecipazione dei giovani di Piemonte e Valle d’Aosta in vista del Sinodo.
Ecco alcune note importanti:

parteciperanno alla preghiera in Duomo solo i giovani che prendono parte al cammino verso Roma;
gli uffici di pastorale giovanile delle diocesi piemontesi stanno avviando la raccolta delle adesioni all’intero «pacchetto» del pellegrinaggio. Nella scheda allegata si trovano tutti i dettagli;
le modalità della preghiera di fronte alla Sindone verranno definite a suo tempo, anche nell’ambito del piano di sicurezza da stabilire con le autorità civili e le forze dell’ordine;
l’organizzazione del pellegrinaggio è complessa ed è necessario iniziare a coinvolgere fin da ora le comunità giovanili che intendono partecipare. Tutte le informazioni si trovano sul sito dedicato, e che può essere contattato anche tramite un indirizzo di posta elettronica:

www.sinodo2018.it
info@sinodo2018.it 
Cartella stampa on line sui siti
www.sindone.org
www.sindone.it
www.diocesi.torino.it
www.sinodo2018.it
Sono disponibili questi file:

intervento di mons. Nosiglia
sintesi dell’intervento di don Ramello
sintesi dell’intervento di don Gottard
immagine del logo del pellegrinaggio
scheda storica sulla Sindone e il pellegrinaggio, a cura del Centro Internazionale di Sindonologia, che collabora con gli uffici di Pastorale della diocesi di Torino nella preparazione al pellegrinaggio dei giovani.

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Maurizio Baradello, una vita donata

È morto improvvisamente a 56 anni il 9 maggio scorso, dopo un intervento chirurgico riuscito, Maurizio Baradello. Ingegnere, dirigente della Città di Torino, parlamentare da due anni, Maurizio è stato anche il direttore generale del Comitato organizzatore delle ostensioni della Sindone nel 2010 e nel 2015. Cooperatore salesiano, Maurizio si era impegnato nelle ostensioni fin dal 1978, quando era ancora allievo del liceo Rosmini. Aveva poi contribuito a organizzare le visite di papa Giovanni Paolo II a Torino nel 1988 (per il centenario della morte di don Bosco) e nel 1998, quando venne a visitare la Sindone durante l’ostensione per il centenario della prima fotografia di Secondo Pia. Quando lavorava per Alenia la sua competenza era stata preziosa per contribuire a realizzare la teca di conservazione che attualmente custodisce il Telo. Nel 1990 organizzò anche il trasporto della salma di Pier Giorgio Frassati dal cimitero di Pollone al Duomo di Torino, nell’ambito della beatificazione; collaborò anche all’organizzazione della Settimana Sociale del 2013.
Maurizio aveva saputo coinvolgere nell’organizzazione delle ostensioni un gruppo di persone appassionate e competenti, provenienti dal mondo salesiano e da altre associazioni e movimenti cattolici, risultando un supporto prezioso per la Commissione diocesana e i collaboratori diretti del Custode.
Il «segno» della Sindone è presente anche nelle altre esperienze professionali e politiche di Maurizio: come dirigente della Cooperazione internazionale della Città di Torino ha avviato e animato per anni i contatti con la Terra Santa, coinvolgendo uomini e donne di buona volontà, israeliani come palestinesi, in vari progetti di cooperazione allo sviluppo. Ha incrementato negli anni i contatti con le organizzazioni cristiane che operano in Terra Santa, a cominciare dalla Custodia. In precedenza, insieme con la moglie Silvia, si era dedicato a vari servizi nell’ambito della comunità salesiana torinese e piemontese.
Qui di seguito pubblichiamo il messaggio che il Custode della Sindone, l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, ha inviato alla famiglia, e che è stato letto ai funerali di Maurizio.
Il messaggio dell’Arcivescovo
Cara Silvia, cari Federica, Paolo, Fabio. Mi rivolgo a voi, alla mamma Sandra, al fratello Pierluigi tramite il vostro parroco don Daniele, mentre siete riuniti per la celebrazione del funerale di Maurizio.
Non posso essere fisicamente accanto a voi in questo momento ma voglio che sentiate la vicinanza mia e della Chiesa torinese. Di fronte al mistero della morte siamo obbligati, tutti, a considerare le realtà davvero importanti della vita; della vita nostra come di quella che è stata la vita di chi non c’è più. E ci si ritrova qui in chiesa, nella vostra parrocchia, prima di tutto perché crediamo, sulla parola e l’esperienza di Gesù Cristo, che la vita non finisce, non è finita; e che la speranza di una gioia più piena e perfetta ci accompagna ogni giorno.
Maurizio ha imparato, nella sua famiglia d’origine, a scuola, nel rapporto con Silvia e poi nei luoghi del lavoro e del servizio, a essere uomo, marito, padre; e a spendersi per un mondo più giusto e solidale. Ma io credo che oggi ciò che di essenziale rimane nel nostro ricordo è l’amore che egli ha saputo dedicare alla Chiesa e alla sua famiglia: perché la Chiesa e la famiglia sono le realtà vive in cui si cresce, ci si educa, si impara quell’arte difficile che è il perdono. L’amore che Maurizio, come ciascuno di noi, ha speso e ha donato è ciò che ci rimane, e che ci conforta nel ricordo. Se il chicco di grano non muore – dice il Signore – rimane solo, se muore porta molto frutto. Quel molto frutto di cui ci parla Gesù ci conferma che la morte di Maurizio non resterà improduttiva ma, unita a quella di Cristo diventa sacrificio d’amore, fonte di forza e di salvezza per tutti noi.
Il nostro Maurizio ha svolto, per la Chiesa e per quella di Torino in particolare, un servizio qualificato e prezioso. Le ostensioni della Sindone, in cui si coinvolse fin da ragazzo, sono – per chi lavora a organizzarle e celebrarle – una grande scuola di conoscenza del mondo. E quel Volto ci conquista, per sempre. Quel Volto ha guidato Maurizio lungo gli anni. Quel Volto noi lo contempliamo nella confusione e nelle lacrime: ma sappiamo che ci attende con Maurizio; e che è sempre con noi.
Maria Santissima, che ha sperimentato il dolore e la perdita del suo Figlio sotto la croce accolga con tenerezza di madre il nostro fratello Maurizio e lo conduca al suo Figlio Gesù e dia alla sua sposa, ai suoi figli e a tutti noi la consolazione della fede e della speranza certa che un giorno ci ritroveremo insieme in quel regno di luce infinta dove non c’è sofferenza, pianto e lutto ma solo gioia e pace per sempre con il Signore.
Mi unisco alla vostra preghiera e benedico tutti di cuore.
+ Cesare vescovo

Chambéry e Torino, da 60 anni gemelle le città della Sindone

1957 – 2017: data 60 anni il gemellaggio tra Torino e Chambéry, le due città dei Savoia e del Santo Sudario, le cui comuni radici s’inquadrano oggi in un unico destino europeo. La volontà di unione è avvertita oggi come e più di 60 anni fa, quando il gemellaggio  fu ufficializzato. Le celebrazioni si sono tenute a Chambéry da martedì 2 a domenica 14 maggio.  Il prof. Gian Maria Zaccone, storico e direttore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, ha tenuto l’11 maggio una conferenza sulla storia, la pietà e la devozione per la Sindone tra Chambéry e Torino.
«Nel segno della Sindone si fanno ancor più forti i legami tra Chambéry e Torino – ha osservato il prof. Zaccone – Un legame che non si è allentato neppure quando il Telo è stato trasferito dalla capitale savoiarda a quella del Piemonte. Perché al di là della sua presenza fisica il Lenzuolo è rimasto nella memoria collettiva, nutrito dalla pietà e dalla devozione degli abitanti della Savoia. E anche oggi, lungo le strade, che a partire dal XV secolo sono state segnate dal passaggio del Sudario il cammino dei pellegrini e le loro fede ci viene testimoniata da antiche immagini e tradizioni».
Davanti ad un pubblico attento che ha affollato la Cattedrale di Chambéry, Zaccone ha ribadito l’importanza dello studio della storia della Sindone, badando però a non cadere nell’inganno di volerla finalizzare alla verifica della cosiddetta «autenticità della Sindone», ma come supporto fondamentale per comprendere il ruolo che questo segno straordinario ha rivestito nella più grande storia della Chiesa e di conseguenza della cultura non solo occidentale. Su questa linea particolare interesse ha suscitato nei partecipanti l’illustrazione dell’influenza che la Sindone ha avuto nella pietà e devozione delle genti di Savoia, attraverso la presentazione di eventi storici, pubblicazioni e contributi iconografici ancora esistenti.
Ringraziamo la Municipalità di Chambéry, presente alla conferenza, che ha voluto con grande sensibilità inserire questo appuntamento nel calendario delle celebrazioni a Chambéry, la Diocesi di Chambery, alla quale il Centro Internazionale di Sindonologia è legato da consolidati rapporti e infine la Società Dante Alighieri, che ha contribuito, nel suo ruolo di ambasciatore della cultura italiana nel mondo, in maniera determinate alla riuscita della serata.