Contemplazione della Sindone 3 aprile 2021: tutto quel che c’è da sapere

La Contemplazione della Sindone si tiene sabato 3 aprile nel Duomo di Torino. Non è possibile partecipare di persona alla celebrazione. Per questo sono state previste le dirette televisiva e social.
Orari e lingue
La diretta televisiva della Contemplazione va in onda per l’Italia dalle 17 alle 18 su TV2000 (canale 28 del digitale terrestre). Per il resto del mondo viene rilanciata via satellite dal Centro Televisivo Vaticano, da Telepace e altre emittenti. Viene offerta la traduzione simultanea in inglese e in spagnolo.
Social
Accanto alla diretta televisiva si ripropone anche quest’anno la condivisione della preghiera del Sabato Santo sui social, a partire dalla pagine Facebook della Sindone (https://www.facebook.com/sindoneofficial). La diretta si raggiunge anche dal canale Youtube dedicato (https://www.youtube.com/c/sindoneOfficial/). La preparazione della Contemplazione è presente anche su Twitter e Instagram (@sindoneofficial).
Le dirette (condotte da don Luca Ramello, direttore della Pastorale giovanile della diocesi) sono raggiungibili, inoltre, a partire dal sito ufficiale www.sindone.org, dalla pagina Facebook della Sindone e dal canale Youtube. Molte testate giornalistiche condividono la diretta sulle loro pagine, contribuendo così a «moltiplicare» il numero degli accessi. Fra i molti ricordiamo il quotidiano Avvenire, l’agenzia Ansa, i siti di comunicazione della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana. E ancora le pagine di Comune di Torino, Regione Piemonte (Giunta e Consiglio), quelle della diocesi di Torino e del settimanale «La voce de il tempo»
Negli Stati Uniti le dirette social e tv saranno riprese dal network cattolico EWTN; altri collegamenti si preparano in Brasile, Polonia, Filippine.
La Sindone
La Sindone non viene spostata dalla teca dove è conservata abitualmente, nella cappella del transetto del Duomo. Neppure viene «sollevata» di 90 gradi come accadde nel 2013. Il Custode mons. Nosiglia si avvicinerà per qualche momento alla teca, all’inizio e alla fine della preghiera. Le immagini del Telo saranno proposte in televisione, con riprese effettuate in modo che l’esposizione alla luce non comprometta mai le condizioni di conservazione.
Testimoni
Nella diretta social (dalle 16.30) e in quella televisiva intervengono studiosi ed esperti della Sindone e persone che stanno dedicando il proprio impegno a quelle opere di solidarietà e di carità verso il prossimo cui la Sindone richiama. Si vuole così contestualizzare la Contemplazione nella realtà torinese e nel cammino della città intera.
Ecco chi interviene.
Nella diretta social: il prof. Gian Maria Zaccone, storico, direttore del Centro internazionale di studi sulla Sindone; don Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana per la Sindone; il prof. Nello Balossino, direttore del Museo della Sindone; la dott. Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino. Infine è previsto, collegamento da Taizé, l’intervento del Priore Frère Alois, che parla del «pellegrinaggio di fiducia» della comunità ecumenica.
Nella prima parte della preghiera in Duomo si è voluto associare una riflessione a ciascuno dei «segni», delle piaghe, che la Sindone ci evidenzia. Il segno della croce sulle spalle è commentato da Piera Gioda, insegnante ed educatrice, del direttivo del Cisv di Torino. Quella croce invita a riflettere sul servizio dei giovani nel tempo della pandemia. Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, parla dei segni dei chiodi ai piedi, in relazione al tema delle migrazioni; Daniela Sironi, coordinatore delle Comunità di S. Egidio di Torino, dei segni alle mani: collegate ai senza fissa dimora e alle nuove solitudini. Il prof. Bruno Barberis, studioso della Sindone, invita a riflettere sulla corona di spine, segno di «potere» rovesciato e calpestato. Ferdinando Garetto, medico di cure palliative, parte dalla ferita al costato per il suo intervento sulla malattia, la sofferenza, la pandemia. E infine mons. Giuseppe Ghiberti, biblista e presidente d’onore della Commissione per la Sindone, invita a riflettere sui segni del Volto.
La preghiera
Il libretto della preghiera «L’ora della Madre» è scaricabile dal sito www.sindone.org. Il testo è elaborato partendo da un’antica meditazione cristiana orientale, che guarda al Sabato Santo partendo dalla figura di Maria, in quel momento centrale che abbiamo contemplato tante volte: la Deposizione di Gesù dalla croce e la «Pietà». La preghiera è stata curata dall’Ufficio liturgico diocesano e viene animata dal Coro diocesano.
Al centro della preghiera, la meditazione del Custode della Sindone mons. Cesare Nosiglia. Annunciando questa Contemplazione, il 3 marzo scorso, l’arcivescovo aveva sottolineato il senso della preghiera comune di fronte ai «mali» che colpiscono tutti – la pandemia ma anche l’assenza di lavoro e di prospettiva di vita.
A proclamare le letture nella liturgia di fronte alla Sindone ci sono i giovani, protagonisti di questa tappa del cammino verso Taizé: ma anche un rappresentante dei lavoratori della ex Embraco, a rappresentare quel mondo del lavoro che, da tempo, affronta sofferenze, disagi e preoccupazioni e che vede messa a rischio, col lavoro, la propria dignità e la possibilità di sostenere le proprie famiglie.
I giovani
Questo momento di contemplazione è stato preparato in vista dell’Incontro europeo dei giovani di Taizé che avrebbe dovuto svolgersi a Torino nei giorno dopo Natale 2020, e che si spera di poter celebrare per il Capodanno 2021. La preparazione a quell’Incontro è continuata in questi mesi in tutta la diocesi, creando un clima di attesa, di fraternità, di conoscenza reciproca tra i giovani d’Europa anche a distanza. Alcuni dei ragazzi e ragazze sono presenti in Duomo, proprio per segnalare la continuità di questa Contemplazione con il cammino avviato. Viene esposta anche la Croce dei giovani, che accompagna i grandi incontri di spiritualità (Palme, Giornate mondiali e diocesane).
Persone in Duomo
La presenza in Cattedrale è limitata a poche decine di persone: insieme con i giovani del Cammino mons. Nosiglia ha voluto invitare i vertici delle istituzioni e delle assemblee elettive: essi rappresentano infatti quel «popolo» che non può essere presente a causa della pandemia ma che si vuole coinvolgere in un discorso comune di speranza e di solidarietà.

Perché il Sabato Santo

Anticamente vi era la pia pratica di ostendere la Sindone il giorno del Venerdì Santo. Ma Benedetto XVI ha sottolineato il profondo legame che esiste tra la Sindone ed il mistero del Sabato santo: “Si può dire che la Sindone sia l’Icona di questo mistero, l’Icona del Sabato Santo…la Sindone di Torino ci offre l’immagine di com’era il suo corpo disteso nella tomba durante quel tempo, che fu breve cronologicamente (circa un giorno e mezzo), ma fu immenso, infinito nel suo valore e nel suo significato…In quel “tempo-oltre-il-tempo” Gesù Cristo è “disceso agli inferi”. Che cosa significa questa espressione? Vuole dire che Dio, fattosi uomo, è arrivato fino al punto di entrare nella solitudine estrema e assoluta dell’uomo, dove non arriva alcun raggio d’amore, dove regna l’abbandono totale senza alcuna parola di conforto: “gli inferi”. Gesù Cristo, rimanendo nella morte, ha oltrepassato la porta di questa solitudine ultima per guidare anche noi ad oltrepassarla con Lui…Questo è il mistero del Sabato Santo! (…) In effetti, la Sindone è stata immersa in quel buio profondo, ma è al tempo stesso luminosa; e io penso che se migliaia e migliaia di persone vengono a venerarla – senza contare quanti la contemplano mediante le immagini – è perché in essa non vedono solo il buio, ma anche la luce; non tanto la sconfitta della vita e dell’amore, ma piuttosto la vittoria, la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio; vedono sì la morte di Gesù, ma intravedono la sua Risurrezione; in seno alla morte pulsa ora la vita, in quanto vi inabita l’amore”.
Il Sabato Santo dunque, giorno del grande silenzio, giorno di meditazione e preghiera in attesa dell’annuncio della Resurrezione, ben si presta ad una preghiera e meditazione di fronte a quella immagine straziante ma così composta e maestosa. Non si tratterà evidentemente della celebrazione di una Santa Messa, che come dovrebbe essere noto non viene celebrata il giorno del Sabato Santo, e nemmeno una ostensione nel senso comune del termine: la Sindone resterà nel suo contenitore e al suo posto, aprendo il guscio di protezione in modo che le telecamere possano riprenderla per permettere al mondo la contemplazione di quell’immagine che racchiude dolore e speranza, e aiutare così ad unirsi nella preghiera che l’Arcivescovo dirà per tutti e con tutti.

Preghiera con l’Arcivescovo il 3 aprile: diretta tv e social

Annuncio preghiera – mercoledì 3 marzo
In questi tempi tormentati abbiamo bisogno di alimentare e comunicare la nostra speranza. E per noi credenti il modo più efficace di accrescere la speranza del mondo intero è la preghiera comune, il mettersi in ginocchio di fronte al Signore.
Per questo celebriamo, anche nel prossimo Sabato Santo, giorno del silenzio davanti al sepolcro del Signore ma anche dell’attesa della sua risurrezione una speciale liturgia di fronte alla Sindone che ci ricorda questo evento centro vivo della nostra fede e della nostra speranza.
L’appuntamento è dunque per sabato 3 aprile, alle 17, dalla Cattedrale di Torino. La liturgia sarà trasmessa in diretta su TV2000 e il segnale raggiungerà, tramite i satelliti, il mondo intero, grazie alla collaborazione della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e del Centro televisivo vaticano. Alla diretta televisiva si accompagnerà la presenza sui social media, per permettere a un pubblico il più vasto possibile di partecipare a questo momento. La diretta sui social media inizierà infatti alle ore 16.30, con interventi e testimonianze che preparano alla contemplazione della Sindone. La preghiera di fronte alla Sindone in questo 2021 non è una semplice ripetizione di quella celebrata nel 2020. Lo scorso anno ci trovavamo in una situazione di emergenza completamente sconosciuta; oggi siamo più consapevoli delle difficoltà da affrontare e degli impegni che possiamo prendere. Soprattutto, abbiamo capito che la prima nostra forza si trova nel continuare con coraggio la vita e aiutare quanti si trovano in difficoltà e necessità. E per noi, Chiesa di Torino con le altre diocesi del Piemonte, continuare significa mantenere gli impegni presi. Attendevamo a fine 2020 i giovani di tutta Europa radunati dalla Comunità di Taizé. Questo impegno è stato spostato ai giorni dopo il Natale 2021; l’ostensione straordinaria della Sindone era la proposta della Chiesa torinese a tutti i giovani. E speriamo vivamente di poterla celebrare. Perché il cammino avviato con la Comunità di Taizé si è rivelata l’occasione di approfondire non solo la nostra capacità di accoglienza ma, prima di tutto, il senso del nostro essere «fratelli». Fratelli tutti, figli di un unico Padre, al di là delle distinzioni di nazionalità, lingua e religione.
La preghiera dal Duomo vedrà la partecipazione dei giovani torinesi coinvolti nel cammino di preparazione, che proporranno anche alcune testimonianze sul dolore e la speranza che hanno caratterizzato questo ultimo anno.
Ho voluto ancora invitare i rappresentanti delle istituzioni di Torino e del Piemonte, perché rappresentino di fronte alla Sindone il popolo intero delle nostre terre. Rimango convinto, infatti, che il Telo è una realtà che parla a tutti, al di là delle differenti convinzioni di cultura e al di là delle diversità di fede. L’immagine sindonica, che Torino custodisce da quasi 5 secoli, testimonia dolore e morte ma anche – e con quanta maggiore forza! – risurrezione e vita eterna che apre alla carità, alla fratellanza di ogni persona. Davanti alla Sindone possiamo davvero nuovamente esclamare, con il cuore rivolto al Signore: «il tuo amore è per sempre».

Taizé, nel 2021

Ancora un anno: il «Pellegrinaggio di fiducia sulla terra» che avrebbe dovuto svolgersi a Torino dal 28 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021 viene rinviato al Capodanno 2021-2022. L’emergenza del contagio impone una «pausa di riflessione» per un evento che dovrebbe portare nel capoluogo piemontese circa 20 mila giovani provenienti da tutta Europa. Ma non c’è solo l’incertezza sulla diffusione del virus nei prossimi mesi ad aver motivato la decisione: il Pellegrinaggio deve potersi svolgere in condizioni di serenità e sicurezza per tutti proprio perché si tratta di un incontro con l’intera città e il suo territorio. I giovani saranno ospiti delle famiglie torinesi e piemontesi, visiteranno i nostri musei, incontreranno persone e comunità dell’intera realtà torinese.

Il rinvio di un anno non è però tempo perduto. Lungo il 2019 e nel 2020 sono proseguiti gli incontri tra i promotori del Pellegrinaggio e le istituzioni locali che si sono impegnate per l’accoglienza, in particolare il Comune di Torino e la Regione Piemonte; la «logistica» di un’operazione come questa è complessa e va a toccare l’intero sistema metropolitano. Si tratta infatti di organizzare un «piano completo» per predisporre luoghi di incontro capienti, posti letto, servizi e trasporti, occasioni di conoscenza e di cultura. I prossimi mesi serviranno per mettere meglio a punto i dettagli avendo presente anche le esigenze della sicurezza.

Il ritrovo a Torino per il Pellegrinaggio di Taizé era stato annunciato a conclusione dell’incontro del 2019 svoltosi a Breslavia in Polonia. In quell’occasione l’arcivescovo Nosiglia aveva anche lanciato la proposta di una ostensione straordinaria della Sindone dedicata ai giovani pellegrini che lo vorranno: un momento forte di contemplazione di fronte a quel Telo che per i credenti richiama i segni della Passione sul corpo di Cristo e che è, per tutti, la testimonianza del dolore e della morte ma anche della speranza e della solidarietà. Anche il momento di contemplazione della Sindone viene dunque rinviato di 12 mesi: ma il tempo potrà forse servire per studiare e realizzare nuove soluzioni di esposizione che, mantenendo ferme le condizioni di sicurezza intorno al Telo consentano maggiori opportunità di «visibilità».

La preparazione al Pellegrinaggio, nei mesi del 2019, è stata anche un’occasione importante di dialogo e confronto ecumenico. Le Chiese cristiane presenti a Torino si sono infatti tutte coinvolte nell’accoglienza ai giovani collegati alla spiritualità di Taizé: fin dal 2017 i responsabili delle Chiese Valdese, Battista, Ortodossa rumena, Evangelica luterana, Avventista sottoscrissero, insieme con la Chiesa cattolica, un documento di invito. Dopo l’annuncio di Breslavia il lavoro comune è continuato per definire contenuti e modalità dell’incontro. Le Commissioni ecumeniche di cattolici ed evangelici, il SAE e i gruppi dei giovani torinesi di Taizé continuano la preparazione in vista dell’evento.

L’arcivescovo di Torino Nosiglia ha poi promosso in diocesi una serie di incontri tra i «frères» di Taizé e i sacerdoti per conoscere meglio la spiritualità del monastero ecumenico francese e le caratteristiche dell’accoglienza. Altri incontri sono stati promossi dalla Pastorale giovanile con i giovani del territorio torinese.
Marco Bonatti

4 maggio 2020. Festa della Sindone

Lunedì 4 maggio alle 17 mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Custode pontificio della Sindone celebra la Messa nella festa liturgica. La funzione è trasmessa in diretta dalla cappella dell’Arcivescovado di Torino e può essere seguita su questo sito www.sindone.org e sul canale Youtube.

Sempre il 4 maggio, dalle 15, sulla pagina Facebook «Sindone 2020» viene trasmesso il video «Voci per la Sindone»: una serie di interventi di esperti e testimoni dedicata al Telo. Il programma è a cura del Centro internazionale di studi sulla Sindone e viene trasmesso anche sul sito www.sindone.it. Il video resterà poi disponibile sul canale Youtube del Centro.

La celebrazione della festa della Sindone avviene nel clima straordinario di sofferenza e disagio dovuto, in tutto il mondo, alla pandemia. Ma la grande attenzione ottenuta dalla preghiera dell’11 aprile conferma che il «segno» della Sindone è un invito alla speranza; ci dice che è possibile superare il contagio e ci testimonia che persino la morte è stata vinta. Il cammino pastorale con la Sindone continua, attraverso la preparazione dell’incontro con i giovani di tutta Europa delle Comunità di Taizé, che dovrebbe tenersi dal 28 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021.

La diretta del 4 maggio 2020 sarà ripresa anche in tv da Telecupole.

Più forte è l’amore

Nel mondo sconvolto dal contagio la Sindone ci richiama alla speranza, perché il Signore è risorto e noi siamo chiamati a risorgere con lui.
È questo il senso della preghiera straordinaria che il Custode pontificio della Sindone guiderà sabato 11 aprile alle 17 dalla Cattedrale di Torino. Di fronte alla teca che custodisce il Telo ci sarà solo mons. Nosiglia, ma con lui il mondo intero potrà fermarsi a pregare contemplando l’immagine dell’«Uomo dei dolori»: la preghiera infatti sarà trasmessa in diretta tv e su vari siti social.
Anche su www.sindone.org sarà possibile partecipare.
Il video dell’annuncio: https://bit.ly/3bOccgt
 

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Incontro ai giovani

La Sindone è tornata nel suo silenzio, da dove continua a «parlare» con il suo mistero di morte e di speranza. La grande preghiera del Sabato Santo, l’11 aprile scorso, ha convocato milioni di persone da tutto il mondo, che hanno seguito la liturgia attraverso le dirette televisive e, per la prima volta, tramite la diretta social animata dalla Pastorale giovanile della diocesi di Torino. La paura del virus è ancora tra noi e lascerà segni che non si potranno facilmente cancellare. Ma l’immagine sindonica, che ai credenti richiama senza equivoci la Pasqua della risurrezione di Cristo, è per tutti segno di speranza e richiamo alla carità, come ha sottolineato nelle sue riflessioni il Custode mons. Nosiglia.

Ora, nel silenzio, il cammino riprende. Commissione diocesana e Pastorale giovanile di Torino tornano al lavoro per preparare il prossimo appuntamento: quello con i giovani di tutta Europa chiamati a Torino per l’incontro di Capodanno della comunità ecumenica di Taizé. L’incontro dovrebbe tenersi dal 28 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021. Dovrebbe perché sarà necessario compiere tutte le verifiche sanitarie e di sicurezza in modo da garantire una partecipazione serena a tutti quelli che vorranno venire alla Sindone. Si tratta, infatti, di una ostensione riservata ai pellegrini di Taizé. Non ci sono, per ora in programma, altre ostensioni pubbliche del Telo.

Un anno per preparare l’accoglienza

Tra un anno esatto la nostra Chiesa e il territorio della nostra diocesi saranno protagonisti di un grande avvenimento di accoglienza e di amicizia. Arriveranno tra noi i giovani della comunità ecumenica di Taizé, per celebrare con noi il loro incontro annuale, il «Pellegrinaggio di fiducia sulla terra».
La comunità di Taizé è un’esperienza unica e nuovissima nella Chiesa. Un protestante svizzero, Roger Schutz, nel 1940 iniziò la comunità in un piccolo villaggio tra le colline della Borgogna. Era il primo esperimento di vita monastica nelle Chiese evangeliche, dopo oltre 400 anni dalla Riforma. Frère Roger volle creare una comunità ecumenica, che riunisse nel rispetto, nella preghiera, nella fraternità, credenti di tutte le confessioni cristiane. Oggi Taizé è una realtà globale, costruita su una preziosa rete di piccole comunità e di giovani in tutto il mondo. L’appuntamento di Capodanno è il grande momento in cui frati e giovani si ritrovano insieme, a pregare e a conoscere la fraternità delle città che li accolgono.
Per noi di Torino questa è un’occasione grande. Anche i nostri giovani stanno «girando il mondo», partecipando alle Giornate Mondiali della Gioventù da Panama a Rio a Colonia. Ma è la prima volta in cui siamo chiamati ad incontrare i giovani qui a casa nostra. È la prima volta che ci tocca dimostrare, a noi stessi e a chi viene, quanto vale davvero la nostra capacità di accogliere e di fare amicizia. L’esperienza della Venerazione della Sindone nell’agosto 2018, quando vennero a Torino giovani da tutto il Piemonte e alcuni dal resto d’Italia per poi recarsi a Roma ad incontrare il Papa, ci ha insegnato fra le altre cose che riunirci a pregare, a contemplare, a imparare insieme è qualcosa di assolutamente necessario per la nostra crescita. È quello che i nostri giovani torinesi si aspettano. A loro abbiamo chiesto che cosa significa per loro partecipare all’incontro di Taizé. Ci hanno detto: per essere sempre in cammino… per pregare col canto e il silenzio; per incontrare nuovi volti e nuovi amici per sperimentare la gioia dell’ospitalità; per conoscere e scoprire altre culture; per approfondire e condividere la fede; per rafforzare la solidarietà fra i popoli.
Ora abbiamo questa grande occasione, voluta dal Custode della Sindone, l’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, di poter «condividere» la contemplazione della Sindone con amici di tutta Europa – e anche del resto del mondo. La contemplazione della Sindone nei giorni dell’incontro di Taizé è – come ha ricordato il Custode – una proposta della Chiesa di Torino, che si affianca alle altre opportunità che la Chiesa stessa e la città offriranno.
Parliamo, per questi giorni di visita straordinaria, di «contemplazione», e non di «venerazione», per almeno due motivi: la contemplazione del mistero nella preghiera è, fin dall’inizio, una delle forze che caratterizzano la spiritualità di Taizé. La seconda ragione è che questi momenti offerti vogliono rispettare tutte le sensibilità dei credenti, anche appartenenti a quelle confessioni cristiane che hanno maturato un’esperienza diversa nel rapporto con le immagini.
Questo è il vero programma dell’incontro di Capodanno 2020. Intorno ad esso l’Ufficio Diocesano di Pastorale giovanile, insieme con la Commissione Diocesana per la Sindone, sta costruendo il progetto di lavoro, che è – come ogni volta che ci si prepara a lavorare con la Sindone – una organizzazione complessa. Contemporaneamente, in sinergia con la Comunità di Taizé e il gruppo di «Torino incontra Taizé», sono già state avviate le operazioni in vista dell’accoglienza: l’ospitalità dei giovani nelle famiglie e nelle comunità, i luoghi di preghiera e di incontro, le proposte culturali e artistiche, i trasporti, la logistica e la comunicazione.
Occorre inoltre provvedere alle condizioni di sicurezza, un tema di primaria importanza. Su tutti questi argomenti stiamo già lavorando con la Città di Torino, che ringraziamo fin d’ora per la collaborazione convinta e attenta, e con tutte le istituzioni coinvolte.
Possa essere questo «pellegrinaggio di fiducia» una benedizione per la vita dei giovani che parteciperanno, per la nostra Arcidiocesi di Torino e per tutte le confessioni cristiane del nostro territorio. Questo evento di grazia possa aprire nuove vie di evangelizzazione e di solidarietà.
Don Luca Ramello
(Pastorale giovanile Torino)

Dicembre 2020: i giovani di Taizé alla scoperta della Sindone

Mons. Nosiglia ha partecipato all’incontro europeo dei giovani di Taizé che si è tenuto, dal 28 dicembre 2019, a Wroclaw (Polonia). Da lì ha annunciato, con un videomessaggio, la contemplazione straordinaria della Sindone per il dicembre 2020.

I testi sono riportati qui sotto e si trovano anche al seguente link:
https://www.diocesi.torino.it/wp-content/uploads/2019/12/Testi-videomessaggio-Nosiglia-e-Ramello_31-12-19.pdf

 Nella cartella stampa:

l’annuncio di Mons. Nosiglia
l’intervento di don Luca Ramello (Pastorale giovanile Torino)
conferenza di presentazione – 3 gennaio 2020

L’arcivescovo: uno scambio di doni con i giovani d’Europa

Il dono più prezioso che, come Chiesa di Torino, abbiamo da offrire all’incontro europeo dei giovani di Taizé è la nostra amicizia, l’accoglienza che abbiamo già cominciato a preparare. Per noi quelli del dicembre 2020 saranno giorni di grande gioia: per i nostri giovani, per le comunità parrocchiali e le famiglie che offriranno l’ospitalità. Gioia, e anche curiosità. Oggi crediamo di sapere tutto del mondo, perché basta digitare qualche parola sullo schermo del nostro telefonino. Ma in realtà non è così: non c’è nulla che possa sostituire il fascino, il mistero, la felicità di un incontro tra persone vere. Ecco allora: avere con noi giovani di tutta Europa, parlare, pregare insieme, accompagnarli nella nostra città è un dono che ci prepariamo fin da ora a gustare.
Insieme con l’accoglienza cordiale la Chiesa di Torino intende offrire un altro dono: la contemplazione della Sindone, dedicata ai partecipanti dell’incontro di Taizé. Questa immagine affascinante e misteriosa che richiama e conserva nella nostra memoria i tratti del volto e del corpo del Signore risorto è un patrimonio della intera Chiesa che noi di Torino abbiamo l’onore di conservare e custodire.
Anche l’immagine della Sindone si trova dappertutto, in rete e nelle fotografie. Ma poter contemplare il Telo così com’è, nella nostra cattedrale dove è custodito, è un’esperienza molto più ricca. Perché quei momenti di contemplazione si vivono insieme, perché fanno parte del pellegrinaggio comune dei giovani come dell’umanità intera. Perché, ancora, quell’immagine ci interroga direttamente, sul senso della nostra vita e su che cosa stiamo facendo di essa. Papa Francesco, nel messaggio per l’ostensione straordinaria del 2013, ci aveva invitato non solo a guardare la Sindone, ma a «lasciarci guardare» da essa.
Frère Roger, il fondatore della Comunità di Taizé, parla della contemplazione come del momento «in cui l’essere è totalmente impregnato della realtà dell’amore di Dio (…) Si può dire che qui l’amore è la pietra di paragone: in relazione intima con l’amore di Dio, la contemplazione ci restituisce all’amore del prossimo (…) L’amore che noi portiamo agli altri continua ad essere il criterio dell’autenticità della nostra contemplazione» (L’oggi di Dio, pag. 47).
La contemplazione della Sindone, nei giorni dell’incontro di Taizé, sarà una delle proposte che la Chiesa offre ai giovani, insieme agli altri percorsi di conoscenza della spiritualità e della santità sociale torinese. E queste proposte andranno ad unirsi alle altre occasioni che la città intera offrirà al pellegrinaggio.
Sappiamo che la questione delle immagini è una «ferita» aperta in vari modi nella Chiesa di Cristo da almeno 13 secoli. Per noi qui non si tratta di riaprire questa ferita, ma di accogliere fraternamente quanti vorranno condividere la preghiera, in un clima di pieno rispetto reciproco e di fraternità che anima e caratterizza l’esperienza di Taizé fin dal suo inizio.
Nella Sindone la Chiesa cattolica non venera un oggetto. Si sente, invece, chiamata, provocata a meditare sulla passione e morte del Signore; e dunque su quelle esperienze di dolore che tutti attraversiamo.
Perché anche nella morte siamo fratelli!
A volte è difficile parlarne, nel nostro mondo che si vuole progredito, tecnologico, autosufficiente. Ma la contemplazione della Sindone non ci spinge non verso la morte, bensì all’amore, al servizio degli altri. In occasione delle ostensioni recenti ho voluto scegliere come motto «L’Amore più grande» (Gv 15, 13): nessuno, dice il Signore, ha un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici. In quelle parole di Gesù si condensa il senso e l’insegnamento del nostro pellegrinaggio sulla Terra.
Mi auguro e auspico che molti giovani partecipino a questo incontro, e abbiano così la possibilità di fare una forte esperienza spirituale, ricca di fede e di amicizia. Anche la presenza di questi giovani nelle famiglie che li ospiteranno sarà un dono grande per tutta la città di Torino che potrà così mostrare ancora una volta al mondo la sua natura e caratteristica più apprezzata: quella dell’accoglienza e della fraternità condivisa verso tutti.

+ Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo metropolita di Torino
Custode Pontificio della Sindone