Giovani davanti alla Sindone a pregare per il Sinodo

’arcivescovo di Torino e Custode pontificio della Sindone mons. Cesare Nosiglia ha presentato oggi l’iniziativa in preparazione al Sinodo mondiale dei giovani del prossimo ottobre. Insieme con lui il responsabile regionale della pastorale giovanile don Luca Ramello e il presidente della Commissione diocesana per la Sindone don Roberto Gottardo. 
Nell’ottobre 2018 si terrà a Roma il Sinodo dei vescovi sui giovani. In tutto il mondo l’assemblea dei vescovi si sta preparando con iniziative di preghiera e di partecipazione. Le diocesi Piemonte e Valle d’Aosta lanciano il pellegrinaggio che porterà i nostri giovani a Roma partendo dai territori piemontesi.
Il programma si sta definendo fin da ora, ma alcuni punti sono già acquisiti:

il 9 e 10 agosto i giovani, provenienti dalle 17 diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta, si incontreranno alla Reggia di Venaria e raggiungeranno Torino;
nel pomeriggio e nella sera del 10 i giovani verranno accolti nella Cattedrale di Torino, dove avranno l’opportunità di fermarsi in preghiera di fronte alla Sindone;
nella notte del 10 (la notte di San Lorenzo…) il pellegrinaggio proseguirà verso Roma, dove incontreranno il papa nella veglia di sabato 11 e nella Messa di domenica 12 agosto, insieme con i giovani di tutte le regioni d’Italia.

La preghiera dei giovani davanti alla Sindone non è un’ostensione
Si tratta invece di un’occasione straordinaria di contemplazione e riflessione, un «segno» che si vuole imprimere nella partecipazione dei giovani di Piemonte e Valle d’Aosta in vista del Sinodo.
Ecco alcune note importanti:

parteciperanno alla preghiera in Duomo solo i giovani che prendono parte al cammino verso Roma;
gli uffici di pastorale giovanile delle diocesi piemontesi stanno avviando la raccolta delle adesioni all’intero «pacchetto» del pellegrinaggio. Nella scheda allegata si trovano tutti i dettagli;
le modalità della preghiera di fronte alla Sindone verranno definite a suo tempo, anche nell’ambito del piano di sicurezza da stabilire con le autorità civili e le forze dell’ordine;
l’organizzazione del pellegrinaggio è complessa ed è necessario iniziare a coinvolgere fin da ora le comunità giovanili che intendono partecipare. Tutte le informazioni si trovano sul sito dedicato, e che può essere contattato anche tramite un indirizzo di posta elettronica:

www.sinodo2018.it
info@sinodo2018.it 
Cartella stampa on line sui siti
www.sindone.org
www.sindone.it
www.diocesi.torino.it
www.sinodo2018.it
Sono disponibili questi file:

intervento di mons. Nosiglia
sintesi dell’intervento di don Ramello
sintesi dell’intervento di don Gottard
immagine del logo del pellegrinaggio
scheda storica sulla Sindone e il pellegrinaggio, a cura del Centro Internazionale di Sindonologia, che collabora con gli uffici di Pastorale della diocesi di Torino nella preparazione al pellegrinaggio dei giovani.

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Maurizio Baradello, una vita donata

È morto improvvisamente a 56 anni il 9 maggio scorso, dopo un intervento chirurgico riuscito, Maurizio Baradello. Ingegnere, dirigente della Città di Torino, parlamentare da due anni, Maurizio è stato anche il direttore generale del Comitato organizzatore delle ostensioni della Sindone nel 2010 e nel 2015. Cooperatore salesiano, Maurizio si era impegnato nelle ostensioni fin dal 1978, quando era ancora allievo del liceo Rosmini. Aveva poi contribuito a organizzare le visite di papa Giovanni Paolo II a Torino nel 1988 (per il centenario della morte di don Bosco) e nel 1998, quando venne a visitare la Sindone durante l’ostensione per il centenario della prima fotografia di Secondo Pia. Quando lavorava per Alenia la sua competenza era stata preziosa per contribuire a realizzare la teca di conservazione che attualmente custodisce il Telo. Nel 1990 organizzò anche il trasporto della salma di Pier Giorgio Frassati dal cimitero di Pollone al Duomo di Torino, nell’ambito della beatificazione; collaborò anche all’organizzazione della Settimana Sociale del 2013.
Maurizio aveva saputo coinvolgere nell’organizzazione delle ostensioni un gruppo di persone appassionate e competenti, provenienti dal mondo salesiano e da altre associazioni e movimenti cattolici, risultando un supporto prezioso per la Commissione diocesana e i collaboratori diretti del Custode.
Il «segno» della Sindone è presente anche nelle altre esperienze professionali e politiche di Maurizio: come dirigente della Cooperazione internazionale della Città di Torino ha avviato e animato per anni i contatti con la Terra Santa, coinvolgendo uomini e donne di buona volontà, israeliani come palestinesi, in vari progetti di cooperazione allo sviluppo. Ha incrementato negli anni i contatti con le organizzazioni cristiane che operano in Terra Santa, a cominciare dalla Custodia. In precedenza, insieme con la moglie Silvia, si era dedicato a vari servizi nell’ambito della comunità salesiana torinese e piemontese.
Qui di seguito pubblichiamo il messaggio che il Custode della Sindone, l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, ha inviato alla famiglia, e che è stato letto ai funerali di Maurizio.
Il messaggio dell’Arcivescovo
Cara Silvia, cari Federica, Paolo, Fabio. Mi rivolgo a voi, alla mamma Sandra, al fratello Pierluigi tramite il vostro parroco don Daniele, mentre siete riuniti per la celebrazione del funerale di Maurizio.
Non posso essere fisicamente accanto a voi in questo momento ma voglio che sentiate la vicinanza mia e della Chiesa torinese. Di fronte al mistero della morte siamo obbligati, tutti, a considerare le realtà davvero importanti della vita; della vita nostra come di quella che è stata la vita di chi non c’è più. E ci si ritrova qui in chiesa, nella vostra parrocchia, prima di tutto perché crediamo, sulla parola e l’esperienza di Gesù Cristo, che la vita non finisce, non è finita; e che la speranza di una gioia più piena e perfetta ci accompagna ogni giorno.
Maurizio ha imparato, nella sua famiglia d’origine, a scuola, nel rapporto con Silvia e poi nei luoghi del lavoro e del servizio, a essere uomo, marito, padre; e a spendersi per un mondo più giusto e solidale. Ma io credo che oggi ciò che di essenziale rimane nel nostro ricordo è l’amore che egli ha saputo dedicare alla Chiesa e alla sua famiglia: perché la Chiesa e la famiglia sono le realtà vive in cui si cresce, ci si educa, si impara quell’arte difficile che è il perdono. L’amore che Maurizio, come ciascuno di noi, ha speso e ha donato è ciò che ci rimane, e che ci conforta nel ricordo. Se il chicco di grano non muore – dice il Signore – rimane solo, se muore porta molto frutto. Quel molto frutto di cui ci parla Gesù ci conferma che la morte di Maurizio non resterà improduttiva ma, unita a quella di Cristo diventa sacrificio d’amore, fonte di forza e di salvezza per tutti noi.
Il nostro Maurizio ha svolto, per la Chiesa e per quella di Torino in particolare, un servizio qualificato e prezioso. Le ostensioni della Sindone, in cui si coinvolse fin da ragazzo, sono – per chi lavora a organizzarle e celebrarle – una grande scuola di conoscenza del mondo. E quel Volto ci conquista, per sempre. Quel Volto ha guidato Maurizio lungo gli anni. Quel Volto noi lo contempliamo nella confusione e nelle lacrime: ma sappiamo che ci attende con Maurizio; e che è sempre con noi.
Maria Santissima, che ha sperimentato il dolore e la perdita del suo Figlio sotto la croce accolga con tenerezza di madre il nostro fratello Maurizio e lo conduca al suo Figlio Gesù e dia alla sua sposa, ai suoi figli e a tutti noi la consolazione della fede e della speranza certa che un giorno ci ritroveremo insieme in quel regno di luce infinta dove non c’è sofferenza, pianto e lutto ma solo gioia e pace per sempre con il Signore.
Mi unisco alla vostra preghiera e benedico tutti di cuore.
+ Cesare vescovo

Chambéry e Torino, da 60 anni gemelle le città della Sindone

1957 – 2017: data 60 anni il gemellaggio tra Torino e Chambéry, le due città dei Savoia e del Santo Sudario, le cui comuni radici s’inquadrano oggi in un unico destino europeo. La volontà di unione è avvertita oggi come e più di 60 anni fa, quando il gemellaggio  fu ufficializzato. Le celebrazioni si sono tenute a Chambéry da martedì 2 a domenica 14 maggio.  Il prof. Gian Maria Zaccone, storico e direttore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, ha tenuto l’11 maggio una conferenza sulla storia, la pietà e la devozione per la Sindone tra Chambéry e Torino.
«Nel segno della Sindone si fanno ancor più forti i legami tra Chambéry e Torino – ha osservato il prof. Zaccone – Un legame che non si è allentato neppure quando il Telo è stato trasferito dalla capitale savoiarda a quella del Piemonte. Perché al di là della sua presenza fisica il Lenzuolo è rimasto nella memoria collettiva, nutrito dalla pietà e dalla devozione degli abitanti della Savoia. E anche oggi, lungo le strade, che a partire dal XV secolo sono state segnate dal passaggio del Sudario il cammino dei pellegrini e le loro fede ci viene testimoniata da antiche immagini e tradizioni».
Davanti ad un pubblico attento che ha affollato la Cattedrale di Chambéry, Zaccone ha ribadito l’importanza dello studio della storia della Sindone, badando però a non cadere nell’inganno di volerla finalizzare alla verifica della cosiddetta «autenticità della Sindone», ma come supporto fondamentale per comprendere il ruolo che questo segno straordinario ha rivestito nella più grande storia della Chiesa e di conseguenza della cultura non solo occidentale. Su questa linea particolare interesse ha suscitato nei partecipanti l’illustrazione dell’influenza che la Sindone ha avuto nella pietà e devozione delle genti di Savoia, attraverso la presentazione di eventi storici, pubblicazioni e contributi iconografici ancora esistenti.
Ringraziamo la Municipalità di Chambéry, presente alla conferenza, che ha voluto con grande sensibilità inserire questo appuntamento nel calendario delle celebrazioni a Chambéry, la Diocesi di Chambery, alla quale il Centro Internazionale di Sindonologia è legato da consolidati rapporti e infine la Società Dante Alighieri, che ha contribuito, nel suo ruolo di ambasciatore della cultura italiana nel mondo, in maniera determinate alla riuscita della serata.

4 maggio, festa della Sindone con i volontari dell’ostensione

Giovedì 4 maggio alle 18 in Cattedrale don Roberto Gottardo – presidente della Commissione diocesana – celebra la Messa nella festa liturgica della Sindone. Quest’anno la ricorrenza si arricchisce del ricordo di mons. Adolfo Barberis a 50 anni dalla morte; la sua figura verrà ricordata, al termine della Messa, da mons. Giuseppe Ghiberti, presidente d’onore della Commissione. Mons. Barberis, segretario del card. Richelmy, architetto, fondatore delle suore del Famulato Cristiano, fu un grande “innamorato” della Sindone, cui dedicò diverse pubblicazioni e studi. Una serie di pannelli che illustrano le attività di mons. Barberis vengono esposti all’ingresso del Duomo in occasione della Messa del 4 maggio.

Un’immagine dell’ostensione televisiva 2013: il passaggio degli ammalati di fronte alla Sindone
Alla celebrazione eucaristica sono particolarmente invitati i Volontari della Sindone.
Come ormai è tradizione, la ricorrenza liturgica della Sindone (istituita da papa Giulio II nel 1506) si accompagna con l’offerta di un concerto, che si tiene quest’anno sabato 6 maggio alle 21 in Cattedrale. Promosso dall’Associazione “Concertante – Progetto Arte e Musica” in collaborazione con la Commissione diocesana per la Sindone, il concerto si intitola “Qui presso a Te, Signore” e prevede l’esecuzione di brani di Vivaldi, Stradella Bach, Haendel Pergolesi. Gli artisti che eseguono le opere in programma sono: Francesca Rotondo (soprano), Claudia Nicole Bandera (mezzosoprano), Carmelo Corrado Caruso (baritono) accompagnati dall’Ensemble “I Giovani Archi di Torino”. Direttore, Mario Lamberto. L’ingresso è libero.

I volontari della Sindone, da Torino al Santo Sepolcro

Un viaggio in Terra Santa, sulle tracce del Vangelo di Gesù, ricordando la gioia dell’ostensione
Appena entrati nella chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, davanti agli occhi un po’ frastornati dei pellegrini, si trova quella che viene chiamata la “pietra dell’unzione”. Una lastra di granito rossastro lunga 3 metri e 75 centimetri e larga circa un metro. È, secondo la tradizione, il luogo in cui venne deposto il corpo di Gesù dopo essere stato calato dal Calvario, che è lì vicino a pochi passi, per prepararlo alla sepoltura. Ed è anche il luogo che, sempre secondo la tradizione, avrebbe ospitato la Sindone che era destinata ad avvolgere il corpo prima di deporlo nel Sepolcro che si trova ad una quindicina di metri di distanza. È  questo il luogo simbolico più forte dell’incontro tra Torino, la città che ospita la Sindone, e Gerusalemme dove la vicenda di Gesù Cristo ha trovato il suo apice nella morte e nella Resurrezione.
Intorno alla pietra dell’unzione si sono ritrovati, nella prima settimana di settembre, i pellegrini torinesi di un gruppo un po’ speciale, composto in gran parte di persone che hanno dedicato e dedicano alla Sindone tempo e passione come volontari.
Il gruppo, guidato da don Roberto Gottardo presidente della Commissione diocesana per la Sindone, ha trascorso una settimana in Terra Santa percorrendo le tappe del pellegrinaggio classico che prevede un percorso attraverso i luoghi più significativi. Organizzati, con l’efficienza di sempre, dall’Opera diocesana pellegrinaggi i “pellegrini della Sindone” hanno avuto l’opportunità di percorrere prima di tutto le grandi tappe del cammino di Gesù in Galilea.
Da Nazareth a Cafarnao, dalle rive del lago di Tiberiade al monte Tabor i paesaggi e gli scorci sono quelli che Gesù e i suoi discepoli hanno visto e frequentato. Duemila anni di storia, pur con tutte le trasformazioni avvenute, non hanno tolto a chi guarda con gli occhi di oggi la capacità di cogliere in modo diverso e unico le parole del Vangelo ascoltate tante volte che qui risuonano nuove, e se possibile, ancora più fresche. Ritrovare la casa di Pietro a Cafarnao e sentire accanto a quelle pietre, che risalgono al tempo di Gesù e che fin dal primo secolo sono un luogo di culto cristiano, le parole del Vangelo di Marco che raccontano la giornata di Gesù (Mc 1, 21-34) è un’esperienza unica. Salire con i pulmini (il tempo non basta per farlo a piedi) sull’”alto monte”, da sempre identificato con il Tabor, e ammirare dall’alto la piana de Esdrelon con i luoghi citati nella Bibbia e divenuti famosi per le tante vicende storiche accadute  tra quei monti è anche questa un’occasione imperdibile.
Poi la strada lungo la valle del Giordano, fermandosi nel luogo del Battesimo di Gesù e, ancora, sulle sponde del Mar Morto e a Qumran, per arrivare a Gerusalemme la città tre volte santa il cui cuore è racchiuso tra le antiche mura di Solimano. Quattro giorni di visite e di incontri, perché anche questo pellegrinaggio oltre ad accompagnare i pellegrini nella visita alle “pietre” dei santuari e dei luoghi che aiutano a rivivere le vicende narrate nei Vangeli, è stata anche l’occasione per vedere da vicino quelle “pietre vive” che vivono nella Terra di Gesù. E anche se la messa domenicale a Betlemme è stata celebrata in arabo insieme alla comunità locale, il ritrovarsi insieme a condividere se non le parole certamente il senso di fede e di appartenenza ecclesiale comune a tutti i cristiani non è cosa da poco. Abbiamo anche toccato con mano la complessità e le difficoltà che fanno parte del tessuto di questa terra di contrasti e, a volte, di conflitti pur assaporando al tempo stesso lo scorrere normale e quotidiano di una vita che tutti vogliono vivere in pace.
L’ultima tappa del pellegrinaggio, dopo essere saliti sulla spianata delle moschee ed aver sostato al “muro del pianto”, dove pregano con grande fervore mussulmani ed ebrei, è stata nella casa dedicata a “Notre Dame de Jerusalem” dove è stato allestito un piccolo museo sindonico e dove è esposta una riproduzione della Sindone nel formato originale.
Il percorso da Torino a Gerusalemme vissuto nel nome della Sindone ha permesso a tutti di sentire con ancora più forza il privilegio grande che ha la nostra città nell’ospitare la Sindone e di comprendere il richiamo così forte che essa esercita su milioni di persone in tutto il mondo.

La festa della Sindone a un anno dall’ostensione

Mercoledì 4 maggio ricorre la festa liturgica della Sindone. La Messa viene celebrata, alle 18 in Duomo, da don Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana e vicepresidente del Comitato dell’ultima ostensione, indetta nel 2015 dal Custode mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino.

Sabato 7 maggio alle 21, sempre in Duomo, l’associazione «Concertante – Progetto arte e musica» offre un concerto di musica classica, promosso in collaborazione con la Commissione diocesana per la Sindone e la parrocchia della Cattedrale. La Messa e il concerto vogliono collegarsi ai temi del Giubileo della misericordia voluto da papa Francesco. Il tema della serata musicale è infatti «l’Amore più grande. Misericordia Dei», che richiama il motto dell’ostensione 2015.

Il programma del concerto prevede l’esecuzione di brani di Bach (dalla Passione secondo Matteo e dalla Messa in si minore); Haydn (dallo Stabat Mater); Pergolesi (dallo Stabat Mater) e Hendel (dal Te Deum). Si esibisce il contralto Oksana Lazareva con Andrea Cristofolini al pianoforte. L’ingresso è libero

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