Castello di Agliè.
Si parla di Sindone
Sabato 3 giugno, il giardino del Castello di Agliè e la chiesa alladiese di Santa Marta ospiteranno una giornata di studio, con momenti divulgativi, dedicata alla Sindone, il telo citato dai Vangeli che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla croce.
Nel corso dell’evento – organizzato in occasione di ”Appuntamento in Giardino”, iniziativa promossa da APGI-Associazione Parchi e Giardini d’Italia in parallelo con l’edizione europea di Rendez-vous aux jardins, si svolge la giornata di studio “Extractum ab originali Taurini. Percorsi iconografici e botanici intorno alla Sindone” promossa dalla direzione della residenza, facente capo alla Direzione regionale Musei Piemonte del Ministero della cultura, e dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone – saranno presentati gli interventi di restauro condotti sulla copia settecentesca della Sindone, a grandezza naturale, conservata nella chiesa della Confraternita di Santa Marta, con l’illustrazione dei risultati degli studi su questa opera datata 1708 e realizzata da Giovanni Battista Fantino.
Poi, più in generale, si parlerà di iconografia sindonica, del suo ruolo e del significato nel tempo e, nella seconda parte della giornata, saranno trattati alcuni argomenti curiosi relativi agli intrecci tra Sindone, religione e botanica: temi come la romanzesca storia dei semi di lino che dalla tomba di Tutankhamon siano arrivati in Val Gandino, dove si è ricostruito un tessuto con le caratteristiche di quello sindonico o il misterioso Fiore della Passione che nel Cinquecento i missionari portarono dall’America del Sud e alla quale si ispirarono predicatori e artisti come Guarino Guarini nella Cappella della Sindone.
Il restauro della Sindone di Agliè, la copia del Telo originale conservata nella chiesa di Santa Marta, è stata finanziata dal Lions Club Alto Canavese, la consulenza scientifica è stata fornita dagli studiosi del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino e l’operazione è stata curata da Cinzia Oliva, esperta di mummie e restauratrice di tessuti antichi, dai manufatti Inca agli stendardi del Seicento. Da ricordare, tra i suoi numerosi interventi in ogni parte del mondo, il recente, complesso e delicatissimo lavoro di restauro della Tenda Rossa, lo storico rifugio dei superstiti dell’incidente del dirigibile Italia caduto sul pack della banchisa polare artica nel 1928.
L’operazione di restauro sull’opera di Fantino, ritrovata nei primi anni Settanta del secolo scorso in cattive condizioni, ha consentito di fermarne il degrado, di riportare alla vista le parti nascoste al momento del fissaggio su una tavola di legno e di mettere in sicurezza il reperto con un nuovo allestimento. Di manufatti simili se ne conoscono oltre cento, presenti sia In Europa sia nell’America del Sud a partire dal XVI secolo, ma la caratteristica peculiare della Sindone alladiese consiste nel fatto che si tratta di un esemplare datato e firmato.