Il meglio di Torino

Malgrado il gran caldo Torino e il suo territorio si impegnano al massimo per dare il meglio di sé, nell’accoglienza ai giovani dell’Incontro europeo di Taizé: la Città e la Regione Piemonte hanno messo a disposizione servizi e contributi per supportare la presenza dei giovani; la Commissione ecumenica subalpina e i Frères di Taizé hanno lavorato, con la diocesi di Torino, alla preparazione dell’Incontro: non solo per quanto riguarda gli aspetti organizzativi ma, molto più, nel creare quel «clima» che è al centro dell’esperienza di Taizé. Cioè la ricerca ostinata della fraternità, della conoscenza dell’altro, della «curiosità» per un’esperienza di vita anche ancora non conosciamo. Poi il «meglio del meglio» di Torino è l’adesione spontanea di tante famiglie e comunità che hanno detto sì alla richiesta di accogliere i ragazzi di Taizé nelle loro case…
L’Incontro a Torino venne annunciato nel dicembre 2019 a Breslavia, sede dell’ultimo celebrato; e avrebbe dovuto tenersi tra Natale e Capodanno del 2020. Le vicissitudini del contagio hanno fatto trascinare l’appuntamento fino a dicembre 2021, quando il priore di Taizé venne a Torino a pregare di fronte alla Sindone con l’arcivescovo Nosiglia. Ora la seconda e ultima tappa dell’Incontro torinese si celebra malgrado altre prove: erano attesi a Torino molti giovani provenienti dall’Est Europa, dove l’esperienza di Taizé è conosciuta, seguita e amata. Ma la guerra ha ridotto di molto la possibilità di viaggi per chi è impegnato su «fronti» ben più crudeli. Quei giovani ci «saranno» ugualmente a Torino, collegati via Internet (la Pastorale giovanile diocesana ha predisposto una copertura social per tutti i principali momenti dell’Incontro). Questi giorni di luglio portano alla luce e al compimento l’attesa, la «prova», la preparazione remota, fatta degli incontri di preghiera a San Dalmazzo e a San Filippo, cui hanno partecipato negli ultimi mesi non solo «quelli di Taizé» ma anche i tanti giovani e adulti torinesi che si sono lasciati coinvolgere nell’Incontro. Ora i giovani del «Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra» trovano una serie di occasioni per scoprire la variegata realtà torinese: le «visite e riflessioni» del percorso toccano Valdocco e il Sermig, il Cottolengo e le strade di Frassati. Ma anche interrogativi sulla spiritualità, l’emarginazione, le tradizioni delle Chiese sorelle (in questo stesso numero del giornale il programma completo).
Altri percorsi riguardano la scoperta delle culture torinesi, dal Museo Egizio all’Accademia Albertina (dove una mostra su «i volti e il Volto» introduce anche al tema della Sindone). Per quattro giorni una tenda in piazza Castello è aperta per mostrare a tutti – tutti i torinesi – che cosa vuole essere l’esperienza dell’Incontro, e come tale esperienza va ad incrociarsi con le realtà della nostra vita quotidiana nel territorio torinese e piemontese.
Poi, la Sindone. L’arcidiocesi di Torino offrì, fin dal 2020, l’opportunità di un momento di contemplazione del Telo, riservato ai pellegrini di Taizé che fossero interessati. Un’offerta che ora si realizza la sera di sabato 9 luglio, come preludio a una «notte bianca» di incontri nel centro storico di Torino. Poter vedere da vicino la Sindone è un’esperienza comunque sconvolgente e coinvolgente, perché introduce il visitatore in una dimensione atroce come la morte ma anche ricca di ogni speranza: dalla Sindone, ci insegna il magistero recente dei Papi e dei Custodi, viene un richiamo forte all’amore, alla solidarietà, a quella vita che, a Pasqua, è impossibile trattenere in una tomba.
Marco Bonatti

Festa della Sindone 2022

Alcune immagini della Messa presieduta da Mons. Cesare Nosiglia in occasione della Festa della Sindone, il 4 maggio 2022 con inizio alle 18 dalla Cappella del Guarini.
Si ringrazia Renzo Bussio per le immagini. Tutte le foto (C) Commissione Diocesana per la Sindone / Arcidiocesi di Torino.

Giovani verso la Sindone

La preghiera del 3 aprile è andata in diretta tv e social in tutto il mondo; il 4 maggio, per la prima volta dopo 30 anni, il Custode ha potuto celebrare la Messa nella Cappella del Guarini completamente restaurata (manca solo la croce sull’altare del Bertola, ma si farà). La celebrazione presieduta da mons. Nosiglia ha in un certo senso concluso un ciclo doloroso: la Cappella fu chiusa all’inizio degli anni ’90 per avviare i necessari restauri, e la Sindone scese – definitivamente – nell’area del Duomo. A restauri conclusi, l’incendio dell’11 aprile 1997 non solo azzerò il lavoro fatto ma creò problemi ben più gravi e drammatici: si temette, infatti, che la Cappella stessa implodesse e andasse perduta. Il cardinale Saldarini volle celebrare comunque l’ostensione del 1998: una fra le più frequentate e «amate», anche perché le immagini dell’incendio avevano fatto il giro del mondo, colpendo l’attenzione e suscitando la curiosità di milioni di persone.
Poi il lungo silenzio dei restauri. Enrica Pagella, direttore dei Musei Reali, ha potuto finalmente riconsegnare, qualche tempo fa, la Cappella al percorso museale di Palazzo Reale. L’arcivescovo Nosiglia, nell’omelia del 4 maggio scorso, ha ricordato che quello è e rimane uno spazio «sacro», luogo non solo di museo ma di culto e di preghiera.
Ora il cammino – religioso, culturale – che si snoda intorno alla Sindone continua. Il prossimo appuntamento è l’Incontro europeo dei giovani promosso dalla Comunità ecumenica di Taizé, e organizzato a Torino dalla Pastorale giovanile della diocesi. Rinviato a dicembre 2021 per la pandemia, si spera di poterlo celebrare nei giorni di Capodanno, tra fine dicembre ’21 e primi di gennaio ’22. Bisognerà individuare i modi «giusti» per garantire sicurezza a tutti i partecipanti e alle comunità torinesi che li ospiteranno. Ma anche per questi giovani la Sindone sarà una «proposta» importante di meditazione e di conoscenza.

4 maggio: la Messa nella Cappella del Guarini

Martedì 4 maggio la Chiesa torinese celebra la memoria liturgica della Sindone. In questo 2021, per la prima volta dopo molti anni, il Custode pontificio mons. Cesare Nosiglia presiede la Messa nella Cappella del Guarini, parte del percorso dei Musei Reali, che hanno da poco completato i restauri dell’altare del Bertola e dove manca ancora all’appello la parte superiore con la croce al centro di un ostensorio simbolo del Santissimo Sacramento. Perduta nell’incendio del 1997, sarà ricostruita sulla base delle vecchie fotografie.
La Messa inizia alle 18 e viene trasmessa in diretta sul sito ufficiale www.sindone.org e sui canali Facebook e Youtube. Vi si accede digitando sindoneofficial nella casella di ricerca del programma.
Come per la recente Contemplazione del Sabato Santo, la grande vetrata che dalla Cappella si affaccia sulla Cattedrale sarà aperta.
Al termine della celebrazione l’arcivescovo si recherà di fronte alla Cappella dove è custodita la Sindone, in Cattedrale, per un momento di venerazione. Non ci sarà nessuna esposizione del Telo.
A causa delle restrizioni dovute alla pandemia il numero dei partecipanti alla Messa è contingentato. Si potrà seguire la celebrazione dalle sedie poste nella navata centrale della Cattedrale.
Occorre prenotarsi sul sito www.sindone.org: ci sarà un apposito pulsante nella home page. Le richieste di partecipazione saranno accolte fino a esaurimento dei posti disponibili.

Contemplazione della Sindone, come e perché: l’intervento del Custode mons. Cesare Nosiglia

Torniamo anche quest’anno di fronte alla Sindone, a pregare per la nostra comunità e per il mondo intero ancora assediato dalla pandemia. La Segreteria di Stato della Santa Sede ha autorizzato questo momento, che non è una ostensione vera e propria ma una contemplazione del sacro Lino deposto nella sua Teca. La Sindone non viene spostata in nessun modo: ma le immagini della diretta televisiva permetteranno a tutti di partecipare alla preghiera da casa e dagli schermi dei computer. Un grazie per questa collaborazione va alla rete TV2000 e al Centro Televisivo Vaticano, che diffonderà il segnale in tutto il mondo.

Questo giorno del Sabato Santo è centrale, nel cammino della Chiesa; la Sindone infatti oltre che specchio del vangelo ci offre non solo il corpo martoriato di Gesù nei segni della sua passione ricordati dai Vangeli ma è anche icona di questo giorno che prelude alla pasqua di risurrezione. Papa Francesco ci ha detto che non siamo noi che guardiamo il volto di Gesù nel sepolcro ma è Lui che ci guarda e ci invita a vederlo vivo in tanti fratelli e sorelle che soffrono a causa del coronavirus, o per ingiustizie e violenze o soprusi vari ricevuti, ma anche poveri come sono tanti senza dimora e immigrati.

La liturgia in diretta

La prima parte della celebrazione (dalle 17) vedrà pertanto esporre alla nostra attenzione i vari segni della passione (dalla corona di spine, alla flagellazione, ai chiodi nelle mani e nei piedi e alla lancia che penetra nel costato del Signore) commentati da alcune persone scelte tra quanti si prodigano per alleviare le sofferenze del loro prossimo o hanno sperimentato la pandemia o altre forme di malattie o di ingiustizie e violenze. La seconda parte del pomeriggio (17,30) sarà dedicata alla preghiera presieduta dall’arcivescovo. Quest’anno a differenza dello scorso anno abbiamo impostato la preghiera secondo una tradizione millenaria che ha segnato il Sabato Santo, giorno di silenzio e di meditazione e di preghiera davanti alla tomba di Cristo .Si tratta dell’ora di Maria che richiama la Madre di Dio che sta davanti al sepolcro del figlio in attesa della sua risurrezione e ricorda le parole del vangelo che annunciano la sua passione e morte e quelle pronunciate sulla croce che parlano di perdono, di fiducia nel Padre suo, di accoglienza del buon ladrone, di abbandono alla volontà del Padre e in particolare di invito a Giovanni apostolo a considerarsi figlio di Maria e accoglierla nella propria casa e a Maria di considerarsi madre di Giovanni e dunque di tutti noi.

Mi auguro che tutto ciò aiuti le nostre comunità ma anche ogni persona di buona volontà ad accogliere nella speranza e per i credenti nella fede, questo messaggio pasquale di morte e risurrezione per non arrendersi e scoraggiarci mai difronte ad ogni tragedia e difficoltà che dobbiamo affrontare nella vita ma anche a operare perché tanti nostri fratelli e sorelle bisognosi di sostegno e aiuto trovino in ciascuno di noi il coraggio di imitare il Signore che non si è lasciato vincere dal male ma lo ha vinto con il bene e per questo ha sconfitto anche la morte. Il messaggio che la celebrazione vuole offrire a tutti è questo: il tuo amore è per sempre. Facciamo nostra così la certezza dell’apostolo Paolo ai Romani : chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, la miseria? Ma in tutte queste cose noi otteniamo la completa vittoria, grazie a colui che ci ha amato. Niente e nessuno ci potrà mai strappare da quell’amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù nostro Signore (8,35-39).

La Cappella

Celebriamo questa contemplazione nella nostra Cattedrale: e qualche metro sopra di noi possiamo vedere, finalmente restaurata, la Cappella inventata da Guarino Guarini, che fu la prima «casa» della Sindone qui a Torino. In questi giorni sono stati completati anche i restauri dell’altare del Bertola, al centro della Cappella: ed è un segno importante, che ci dà coraggio sulle nostre capacità di riprenderci anche dagli eventi più gravi. A quella Cappella si accede ora da Palazzo Reale, ed è compresa nel percorso museale. Ma essa rimane un luogo di culto, di preghiera e di riflessione: anche per questo mi auguro che non mancheranno, presto, occasioni per portare anche lassù la presenza di una liturgia che ricollega la nostra cultura e il nostro passato al «presente» della preghiera della Chiesa.

+ Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino
Vescovo di Susa
Custode pontificio della Sindone

Contemplazione della Sindone – 3 aprile 2021

Testi

Nell’abbraccio di Maria. Omelia del Custode per la contemplazione della Sindone in occasione del Sabato Santo 2021 (3 aprile 2021)Contemplazione della Sindone, come e perché: l’intervento del Custode mons. Cesare Nosiglia (1 aprile 2021)Annuncio ufficiale della preghiera (3 marzo 2021)Lo scoprimento della Sindone – immagini e videoPerché il Sabato Santo (Gian Maria Zaccone, Direttore Centro Internazionale Studi sulla Sindone)Sindone, nel Sabato Santo (31 marzo 2021)Contemplazione della Sindone: tutto quel che c’è da sapere

Liturgia

Il libretto di preghiera per sabato 3 aprile 2021

Foto e Video 

Galleria Immagini

Diretta streaming dell’evento dalle ore 16:30 del 3 aprile 2021

L’annuncio della contemplazione della Sindone in occasione del Sabato Santo 2021

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Lo scoprimento della Sindone

Contemplazione della Sindone 3 aprile 2021: tutto quel che c’è da sapere

La Contemplazione della Sindone si tiene sabato 3 aprile nel Duomo di Torino. Non è possibile partecipare di persona alla celebrazione. Per questo sono state previste le dirette televisiva e social.
Orari e lingue
La diretta televisiva della Contemplazione va in onda per l’Italia dalle 17 alle 18 su TV2000 (canale 28 del digitale terrestre). Per il resto del mondo viene rilanciata via satellite dal Centro Televisivo Vaticano, da Telepace e altre emittenti. Viene offerta la traduzione simultanea in inglese e in spagnolo.
Social
Accanto alla diretta televisiva si ripropone anche quest’anno la condivisione della preghiera del Sabato Santo sui social, a partire dalla pagine Facebook della Sindone (https://www.facebook.com/sindoneofficial). La diretta si raggiunge anche dal canale Youtube dedicato (https://www.youtube.com/c/sindoneOfficial/). La preparazione della Contemplazione è presente anche su Twitter e Instagram (@sindoneofficial).
Le dirette (condotte da don Luca Ramello, direttore della Pastorale giovanile della diocesi) sono raggiungibili, inoltre, a partire dal sito ufficiale www.sindone.org, dalla pagina Facebook della Sindone e dal canale Youtube. Molte testate giornalistiche condividono la diretta sulle loro pagine, contribuendo così a «moltiplicare» il numero degli accessi. Fra i molti ricordiamo il quotidiano Avvenire, l’agenzia Ansa, i siti di comunicazione della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana. E ancora le pagine di Comune di Torino, Regione Piemonte (Giunta e Consiglio), quelle della diocesi di Torino e del settimanale «La voce de il tempo»
Negli Stati Uniti le dirette social e tv saranno riprese dal network cattolico EWTN; altri collegamenti si preparano in Brasile, Polonia, Filippine.
La Sindone
La Sindone non viene spostata dalla teca dove è conservata abitualmente, nella cappella del transetto del Duomo. Neppure viene «sollevata» di 90 gradi come accadde nel 2013. Il Custode mons. Nosiglia si avvicinerà per qualche momento alla teca, all’inizio e alla fine della preghiera. Le immagini del Telo saranno proposte in televisione, con riprese effettuate in modo che l’esposizione alla luce non comprometta mai le condizioni di conservazione.
Testimoni
Nella diretta social (dalle 16.30) e in quella televisiva intervengono studiosi ed esperti della Sindone e persone che stanno dedicando il proprio impegno a quelle opere di solidarietà e di carità verso il prossimo cui la Sindone richiama. Si vuole così contestualizzare la Contemplazione nella realtà torinese e nel cammino della città intera.
Ecco chi interviene.
Nella diretta social: il prof. Gian Maria Zaccone, storico, direttore del Centro internazionale di studi sulla Sindone; don Roberto Gottardo, presidente della Commissione diocesana per la Sindone; il prof. Nello Balossino, direttore del Museo della Sindone; la dott. Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino. Infine è previsto, collegamento da Taizé, l’intervento del Priore Frère Alois, che parla del «pellegrinaggio di fiducia» della comunità ecumenica.
Nella prima parte della preghiera in Duomo si è voluto associare una riflessione a ciascuno dei «segni», delle piaghe, che la Sindone ci evidenzia. Il segno della croce sulle spalle è commentato da Piera Gioda, insegnante ed educatrice, del direttivo del Cisv di Torino. Quella croce invita a riflettere sul servizio dei giovani nel tempo della pandemia. Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, parla dei segni dei chiodi ai piedi, in relazione al tema delle migrazioni; Daniela Sironi, coordinatore delle Comunità di S. Egidio di Torino, dei segni alle mani: collegate ai senza fissa dimora e alle nuove solitudini. Il prof. Bruno Barberis, studioso della Sindone, invita a riflettere sulla corona di spine, segno di «potere» rovesciato e calpestato. Ferdinando Garetto, medico di cure palliative, parte dalla ferita al costato per il suo intervento sulla malattia, la sofferenza, la pandemia. E infine mons. Giuseppe Ghiberti, biblista e presidente d’onore della Commissione per la Sindone, invita a riflettere sui segni del Volto.
La preghiera
Il libretto della preghiera «L’ora della Madre» è scaricabile dal sito www.sindone.org. Il testo è elaborato partendo da un’antica meditazione cristiana orientale, che guarda al Sabato Santo partendo dalla figura di Maria, in quel momento centrale che abbiamo contemplato tante volte: la Deposizione di Gesù dalla croce e la «Pietà». La preghiera è stata curata dall’Ufficio liturgico diocesano e viene animata dal Coro diocesano.
Al centro della preghiera, la meditazione del Custode della Sindone mons. Cesare Nosiglia. Annunciando questa Contemplazione, il 3 marzo scorso, l’arcivescovo aveva sottolineato il senso della preghiera comune di fronte ai «mali» che colpiscono tutti – la pandemia ma anche l’assenza di lavoro e di prospettiva di vita.
A proclamare le letture nella liturgia di fronte alla Sindone ci sono i giovani, protagonisti di questa tappa del cammino verso Taizé: ma anche un rappresentante dei lavoratori della ex Embraco, a rappresentare quel mondo del lavoro che, da tempo, affronta sofferenze, disagi e preoccupazioni e che vede messa a rischio, col lavoro, la propria dignità e la possibilità di sostenere le proprie famiglie.
I giovani
Questo momento di contemplazione è stato preparato in vista dell’Incontro europeo dei giovani di Taizé che avrebbe dovuto svolgersi a Torino nei giorno dopo Natale 2020, e che si spera di poter celebrare per il Capodanno 2021. La preparazione a quell’Incontro è continuata in questi mesi in tutta la diocesi, creando un clima di attesa, di fraternità, di conoscenza reciproca tra i giovani d’Europa anche a distanza. Alcuni dei ragazzi e ragazze sono presenti in Duomo, proprio per segnalare la continuità di questa Contemplazione con il cammino avviato. Viene esposta anche la Croce dei giovani, che accompagna i grandi incontri di spiritualità (Palme, Giornate mondiali e diocesane).
Persone in Duomo
La presenza in Cattedrale è limitata a poche decine di persone: insieme con i giovani del Cammino mons. Nosiglia ha voluto invitare i vertici delle istituzioni e delle assemblee elettive: essi rappresentano infatti quel «popolo» che non può essere presente a causa della pandemia ma che si vuole coinvolgere in un discorso comune di speranza e di solidarietà.

Perché il Sabato Santo

Anticamente vi era la pia pratica di ostendere la Sindone il giorno del Venerdì Santo. Ma Benedetto XVI ha sottolineato il profondo legame che esiste tra la Sindone ed il mistero del Sabato santo: “Si può dire che la Sindone sia l’Icona di questo mistero, l’Icona del Sabato Santo…la Sindone di Torino ci offre l’immagine di com’era il suo corpo disteso nella tomba durante quel tempo, che fu breve cronologicamente (circa un giorno e mezzo), ma fu immenso, infinito nel suo valore e nel suo significato…In quel “tempo-oltre-il-tempo” Gesù Cristo è “disceso agli inferi”. Che cosa significa questa espressione? Vuole dire che Dio, fattosi uomo, è arrivato fino al punto di entrare nella solitudine estrema e assoluta dell’uomo, dove non arriva alcun raggio d’amore, dove regna l’abbandono totale senza alcuna parola di conforto: “gli inferi”. Gesù Cristo, rimanendo nella morte, ha oltrepassato la porta di questa solitudine ultima per guidare anche noi ad oltrepassarla con Lui…Questo è il mistero del Sabato Santo! (…) In effetti, la Sindone è stata immersa in quel buio profondo, ma è al tempo stesso luminosa; e io penso che se migliaia e migliaia di persone vengono a venerarla – senza contare quanti la contemplano mediante le immagini – è perché in essa non vedono solo il buio, ma anche la luce; non tanto la sconfitta della vita e dell’amore, ma piuttosto la vittoria, la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio; vedono sì la morte di Gesù, ma intravedono la sua Risurrezione; in seno alla morte pulsa ora la vita, in quanto vi inabita l’amore”.
Il Sabato Santo dunque, giorno del grande silenzio, giorno di meditazione e preghiera in attesa dell’annuncio della Resurrezione, ben si presta ad una preghiera e meditazione di fronte a quella immagine straziante ma così composta e maestosa. Non si tratterà evidentemente della celebrazione di una Santa Messa, che come dovrebbe essere noto non viene celebrata il giorno del Sabato Santo, e nemmeno una ostensione nel senso comune del termine: la Sindone resterà nel suo contenitore e al suo posto, aprendo il guscio di protezione in modo che le telecamere possano riprenderla per permettere al mondo la contemplazione di quell’immagine che racchiude dolore e speranza, e aiutare così ad unirsi nella preghiera che l’Arcivescovo dirà per tutti e con tutti.