IL SEPOLCRO

Anche la sua sepoltura ha qualcosa di mirabile. Infatti, sebbene fosse stato unto da Giuseppe e posto nel sepolcro, con un’azione davvero nuova, egli stesso, sebbene morto, dischiudeva il sepolcro dei morti. Il suo corpo giaceva nella tomba, ma egli, libero tra i morti, distrutta le legge della morte, donava il perdono a coloro che stavano nell’inferno. Dunque la sua carne era nel sepolcro, ma la sua potenza operava dal cielo. Si mostrava a tutti attraverso la realtà del suo corpo perché la carne non era il Verbo, ma era la carne del Verbo.

 
Ambrogio – Il mistero dell’Incarnazione, 40
 
Cristo, luce del mondo dei ciechi, purificazione dalla lebbra, udito per i sordi, riposo agli affaticati, piede degli zoppi, lingua dei muti, redentore del mondo e vera salvezza del popolo schiavo, benché immortale sopportò l’angustia della comune sepoltura e rimane eterno colui che un sepolcro rinchiuse. Era immortale: morì ed ora vive; egli che prima era Dio è uomo; ora come Dio dall’umanità sale al cielo accolto nella sacra dimora; come eterno Signore è, era e verrà.
Paolino da Nola – Carme III, 217-225
 
Se tu vedi colui che ti guida a operare miracoli e ricevere la gloria, guarda, gioisci, rendi grazie a Dio di aver trovato un tale maestro, ma non ti scandalizzare di vederlo disonorato dagli uomini, vederlo schiaffeggiato e trascinato a terra: con l’ardore di un nuovo Pietro afferra la tua spada, stendi la mano, taglia non soltanto il lobo dell’orecchio, ma la mano e la lingua di colui che osa parlare contro tuo padre. E allo stesso modo se, come Pietro, tu capisci i suoi rimproveri, in ogni caso riceverai ancora di più per il tuo grande amore e la tua fede. E ugualmente se, da uomo quale sei, nel tuo spavento tu dirai: “Non conosco questo uomo”, piangi non meno, piangi amaramente su di lui, ma non farti sommergere dalla disperazione. Io confido che Lui, il Primo, ti ricondurrà a sé. Se tu lo vedi messo in croce come un criminale, sofferente dalla parte dei criminali, se lo puoi, muori con Lui: altrimenti non ti unire al malvagio e al traditore, non condividere con loro il sangue innocente, ma dopo aver abbandonato un momento il tuo pastore, come uno stolto e un pusillanime, conserva la fede in Lui. Se Lui è liberato dai suoi lacci, ritorna presso di Lui e, come un martire, veneralo di più: ma se Lui soccombe ai tormenti, prendi il tuo coraggio, reclama il suo corpo e rendigli i più grandi onori. Stringilo a te, ricoprilo di profumi e seppelliscilo sontuosamente: di fatto, anche se non è il terzo giorno, nientemeno l’ultimo giorno resusciterà. Credilo, Lui si avvicina a Dio in tutta libertà, anche se tu hai deposto il suo corpo dentro la tomba: invoca senza esitare la sua intercessione, Lui ti soccorrerà quaggiù, ti guarderà da tutte le avversità, ti accoglierà all’uscire dal tuo corpo e ti preparerà una dimora eterna.
Simeone Nuovo Teologo – Catechesi, XX, 130-160
 
Gesù viene deposto in un sepolcro nuovo e in un lenzuolo intatto e non sta tra i morti più di quattro giorni. Per questo egli era “libero tra i morti”; e si desta nel (giorno) numero tre, il numero libero e santo. In esso egli santifica anche noi con il lavacro dell’acqua, dicendo che noi dovevamo essere battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Origene – Commento al Vangelo di Giovanni, Frammenti LXXIX